Agenzia delle entrate a caccia di quanti hanno trasferito la residenza all’estero solo per sfuggire al fisco, mentre in realtà continuano a vivere in Italia. Da quest’anno l’Agenzia delle Entrate può fare verifiche in 53 Paesi, grazie ad accordi internazionali, con cui verificare l’effettiva residenza all’estero di italiani che hanno chiesto l'iscrizione all'Aire, l'elenco di coloro che hanno abbandonato l’Italia.

L’Agenzia può avvalersi anche delle informazioni che dovranno essere fornite dai Comuni da cui chi risulta residente all’estero (o in attesa di risiedervi) è espatriato (i Comuni hanno l’obbligo di fornire tali informazioni una volta passati 6 mesi dalla richiesta di iscrizione all’Aire).

Sarà controllato chi ha spostato la residenza dall’1 gennaio 2010 secondo le regole stabilite in un provvedimento firmato dal direttore dell'Agenzia, Rossella Orlandi. L'Agenzia utilizzerà l’applicativo informatico denominato So.No.Re. (Soggetti Non Residenti) e incrocerà le informazioni della sua banca dati con quelle ricavati dallo Spesometro, dallo scambio di informazioni attivato in base alle direttive europee DAC1 e DAC2 e ad accordi internazionali (FATCA e Common Reporting Standard), nonché dai Comuni di (ex) residenza.

L’Agenzia si concentrerà su chi non ha aderito alla voluntary disclosure ma muova capitali da e per l’Italia e presterà attenzione anche a tutto quanto possa fornire indizio di una permanente presenza in Italia, a dispetto del trasferimento di residenza: intestazione di contratti di utenze attive per elettricità, gas e telefono, disponibilità di veicoli, titolarità di partita Iva in Italia, residenza degli altri membri del nucleo familiare, versamento di contributi a collaboratori domestici, titolarità di cariche sociali, operazioni rilevanti ai fini dello spesometro.