Gli italiani lavorano sempre più "in affitto"
Gli italiani lavorano sempre più in affitto, cioè con contratti di somministrazione di lavoro (introdotti nel 1997 con il cosiddetto Pacchetto Treu), e lo scorso dicembre, mentre i voucher erano ancora consentiti, a lavorare in affitto sono state 409mila persone, cifra mai raggiunta in precedenza.
Nel 2016 i lavoratori in affitto sono stati in media 378mila ogni mese, il 9% in più rispetto all’anno precedente. Sono cresciute anche le persone assunte a tempo indeterminato dalle agenzie e poi da queste inviate di mese in mese alle aziende: da 37mila a dicembre 2015 sono passate a oltre 42mila a fine 2016 (l’11% degli operatori del settore è assunto a tempo indeterminato da un’agenzia).
Il lavoro somministrato riguarda il 2,2% del totale del lavoro nel 2016, rispetto all’1,8% del 2014 al 2,2% del 2016. Con l’abrogazione dei voucher e sebbene il presidente di Assolavoro, Stefano Scabbio ricordi che «il costo orario del lavoro somministrato per l’impresa supera anche del 50% quello dei voucher», le agenzie del lavoro somministrato si aspettano forti incrementi nel 2017.
Il lavoro in affitto è stato limitato nelle pubbliche amministrazioni: lo scorso 6 aprile la conferenza Stato-Regioni ha stabilito che gli operatori in somministrazione dalle agenzie per il lavoro non possano concorrere all’assunzione diretta, a prescindere dalla loro anzianità ed esperienza. Nella sola Lombardia i lavoratori in somministrazione impiegati dal settore pubblico sono 5mila, per la metà reclutati nella sanità.