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Sabato, 20 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Cresce il lavoro dipendente e cala quello autonomo: i dati ufficiali per il 2016

Il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali ha diramato una nota flash che riassume l’andamento del mercato del lavoro in Italia nel 2016. Ecco i dati più rilevanti.

L’occupazione è cresciuta, ma più nella prima metà dell’anno che nella seconda: il primo semestre ha infatti fatto registrare 212mila occupati in più, mentre il secondo solo 39mila, soprattutto perché la crescita è rallentata nel Sud Italia e nel settore delle costruzioni.

Nel 2016, gli occupati sono comunque cresciuti quasi il doppio del 2015: dell’1,3% tendenziale contro lo 0,8% del 2015, che già era il doppio dello 0,4% del 2014. In contemporanea, è accelerato il calo degli inattivi (-410 mila unità), iniziato a partire dal 2014. Complessivamente, il tasso di occupazione medio annuo è passato dal 56,3% al 57,2%, in crescita +0,9 punti percentuali rispetto all’anno precedente. L’aumento è stato più sensibile nel Nord-est (+1,2%), mentre la crescita meno intensa (+0,6%) si è avuta nel Centro.

Nel 2016 è cresciuto il lavoro dipendente ed è calato quello autonomo: il primo ha registrato 323mila nuovi lavoratori (+1,9%), il secondo 30mila in meno (-0,5%). Gli occupati a tempo indeterminato sono aumentati di 281mila unità (+1,9%), con un ritmo sensibilmente superiore a quello dei lavoratori a tempo determinato (+42 mila unità, pari a +1,8%).

I disoccupati sono scesi a poco più di 3 milioni, portando il tasso di disoccupazione all’11,7%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto al 2015 (quando la flessione dei disoccupati era stata dello 0,8%). La disoccupazione è diminuita tra gli uomini (-0,4%), mentre è cresciuta leggermente per le donne (+0,1%) ed è stata resa possibile dalla forza dal Nord del Paese (-0,5%), rispetto all’andamento in senso contrario nel Mezzogiorno (+0,2%). Il calo della disoccupazione ha riguardato però solo quanti abbiano almeno un diploma di istruzione secondaria e soprattutto i giovani 15-24enni (-2,6%). Peraltro il Ministero, rileva che  in questa classe d’età la riduzione della disoccupazione ha riguardato più le donne che gli uomini (-3%, contro 2,3%). La disoccupazione di lunga durata è passata dal 6,9% al 6,7%.

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