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Venerdì, 19 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

La domenica dà di che vivere a 4,7 milioni di italiani

La domenica dà di che vivere a circa il 15% di tutta la popolazione italiana, secondo le analisi dell’ufficio studi della Cgia di Mestre, su dati del 2016, ed il commercio è uno dei settori in cui più c’è lavoro la domenica (anche se il primato spetta alla ristorazione).
Nel 2016 hanno lavorato di domenica 4,7 milioni di italiani: 3,4 milioni di dipendenti e 1,3 milioni di lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, esercenti, ambulanti, agricoltori etc.). 

Il commercio è il secondo settore a maggior densità di lavoro domenicale, con una quota di 579mila occupati, pari al 29,6% del totale di quanti operano in questo ambito. Al primo posto vi sono alberghi e ristoranti, con 688.300 dipendenti coinvolti che incidono sul totale degli occupati dipendenti del settore per il 68,3%, al terzo la Pubblica amministrazione (329.100 dipendenti, pari al 25,9 per cento del totale) e poi a seguire la sanità (686.300 pari al 23% del totale) e i trasporti (215.600 pari al 22,7%). 

In Italia lavora la domenica il 19,8% della forza lavoro, ma la media nazionale conosce forti variazioni a seconda della vocazione turistica delle singole regioni. Le regioni dove il lavoro domenicale incide di più sono tutte a forte vocazione turistica: Valle d'Aosta (29,5% di occupati alla domenica sul totale dipendenti presenti in regione), Sardegna (24,5%), Puglia (24%) e Sicilia (23,7%). In coda alla classifica, invece, si posizionano Emilia Romagna (17,9%), Marche (17,4%) e Lombardia (16,9%). 

Per la domenica le grandi catene commerciali pagano 400 milioni di euro, secondo Federdistribuzione, attraverso i quali coprono gli straordinari o le assunzioni nei week end nel settore della grande distribuzione (dove sono impiegati circa 460mila persone, su 2 milioni di lavoratori complessivi): il contratto nazionale del commercio attualmente in vigore prevede infatti come regola base che i festivi e le domeniche siano pagati con una maggiorazione del 30% che vale per i lavoratori ordinari ma dovrebbe valere anche per chi lavora con contratti di somministrazione o contratti per i week end. In più i contratti integrativi di secondo livello (territoriali o aziendali) possono prevedere anche maggiorazioni fino all’80%.

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