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Giovedì, 28 Marzo 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Cosa può succedere se Europa e mercati non si fidano più dell’Italia

Il Cerved ha analizzato le possibili conseguenze dello scontro tra governo, Europa e mercati sulla ‘manovra del popolo’. Ecco cosa risulta dallo studio ‘Impact of Adverse Macroeconomic Scenarios on Italian non-financial Companies’.

Esistono 3 livelli di rischio di insolvenza dell’Italia nei prossimi 3 anni: in base allo spread (e ancor più in base al fatto che l’Italia esca dall’euro e debba pagare in lire un debito che resta denominato in euro) le possibilità che lo Stato non sia in grado di ripagare le obbligazioni che emette sul mercato per trovare risorse variano dal 6,8% (rischio default contenuto) all’11% fo al 20%.

L’insolvenza dell’Italia appare assai probabile in caso di uscita dall’euro, perché in quel caso lo Stato si troverebbe ad avere la lira come propria moneta ma dovrebbe continuare a pagare in euro un debito contratto appunto in euro (dovrebbe cioè impiegare tante lire quante ne occorrono per pareggiare la somma in euro dell’ammontare dei debiti contratti sul mercato).

L’insolvenza dell’Italia metterebbe a rischio più di un’azienda su 4 entro il 2020: per quella data chiuderebbe circa il 25% dei negozi, il 30% dei ristoranti e degli alberghi, il 24% delle imprese di costruzioni e il 20% delle aziende di abbigliamento. I settori farmaceutico, della componentistica e le aziende di tecnologia e comunicazione conterrebbero invece i danni e diminuirebbero soltanto del 10% rispetto ad oggi.

I finanziamenti alle aziende diminuirebbero e rincarerebbero perché, soprattutto nel caso di uscita dall’euro, i risparmiatori correrebbero a ritirare i propri depositi in banca (temendo che la lira valga meno dell’euro) e queste ultime potrebbero focalizzarsi sui titoli di Stato a 10 anni (i bond) i cui rendimenti, si prevede, aumenterebbero del 10% (una moneta legata esclusivamente all’economia italiana, come la lira, sarebbe infatti meno affidabile dell’euro, legato al valore dell’economia di tutta l’Europa, Germania inclusa, e dunque per comprare titoli denominato in euro gli acquirenti pretenderebbero rendimenti più alti).

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