Come ogni anno, la Caritas italiana ha fotografato lo stato della povertà in Italia, nel volume “Povertà in Attesa” (che si compone di 2 parti: il 17esimo rapporto sulla povertà e il quinto rapporto sulle politiche di contrasto).

Nel 2017 è aumentato a oltre 5 milioni il numero di poveri assoluti, che non riescono cioè a provvedere alle esigenze basilari. Per l’esattezza, sono 5 milioni e 58mila, contro i 4,7 milioni dell’anno precedente. Dagli anni pre-crisi ad oggi il numero di poveri è aumentato del 182%.

Quasi un povero assoluto su 2 è minorenne o under 35: più precisamente, i minorenni sono 1.208.000 (il 12,1% del totale) e i giovani nella fascia 18-34 anni 1.112.000 (il 10,4%). La Caritas evidenzia che da circa un lustro la povertà tende ad aumentare al diminuire dell’età, decretando i minori e i giovani come le categorie più svantaggiate (nel 2007 il trend era esattamente l’opposto).

Minore è l’istruzione, maggiore è l’esposizione a povertà: dal 2016 al 2017 si sono aggravate le condizioni delle famiglie in cui la persona di riferimento ha conseguito al massimo la licenza elementare (passando dal 8,2% al 10,7%) mentre al contrario i nuclei il cui capofamiglia ha almeno un titolo di scuola superiore hanno registrato valori di incidenza della povertà molto più contenuti (3,6%). Al Sud e nelle Isole, evidenzia ancora la Caritas, c’è una minore copertura di asili nido, di scuole primarie e secondarie con tempo pieno ed è quindi inferiore la percentuale di bambini che fruiscono di offerte culturali e/o sportive mentre è maggiore l’incidenza dell’abbandono scolastico (in generale, poi, gli alunni stranieri evidenziano tassi di povertà educativa maggiori rispetto ai loro coetanei autoctoni).

La povertà assoluta riguarda sempre più italiani ma decisamente più stranieri:  versano in tale stato il 5,1% delle famiglie composte interamente da italiani (un dato lievemente superiore a quello dell’anno precedente), e quasi una su 3 (il 29,2%) delle famiglie di cui nessun componente abbia cittadinanza italiana.