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Venerdì, 29 Marzo 2024
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A cura di Carlo Sala

Italia terza beneficiaria del Quantitative Easing di Draghi, dietro a Germania e Francia

L’Italia è uno dei 3 principali beneficiari dell’Eurozona del Quantitative Easing da parte della Banca Centrale Europea, ma non è quello che trae maggior utilità dall’acquisto di titoli di debito pubblici (il Quantitative Easing appunto) da parte dell’istituto di Francoforte.

L’Italia è il terzo maggior beneficiario del Quantitative Easing da parte delle Bce, stima Citywire. Nell’anno in corso, Francoforte ha acquistato titoli di debito pubblico emessi da Roma per un valore di 39 miliardi, a fronte di un’emissione netta (cioè di titoli di Stato completamente nuovi) per un valore di 45 miliardi e lorda (cioè di titoli in scadenza e rinnovati) per 260 miliardi. L’anno scorso gli acquisti erano ammontati a 127 miliardi, nel 2016 a 76 (esiste un rating sotto il quale la Bce non può comprare titoli di Stato ma per quanto le valutazioni sull’Italia siano peggiorate, tale soglia non è ancora stata superata, come invece è accaduto per molti anni alla Grecia).

Nel 2017 l’Italia ha messo più titoli di Stato a medio lungo termine di tutti gli altri Paesi dell’Eurozona: 260 miliardi e oltre contro i 145 miliardi della Germania (120 miliardi in meno dell’Italia) e i 210 miliardi della Francia. Di conseguenza è stato anche il Paese che più ha dovuto pagare interessi, perché i titoli di Stato sono obbligazioni che gli acquirenti acquistano in base alla fiducia nel Paese e al rendimento (interesse) che i suoi titoli di debito pubblico garantiscono (il rendimento è tanto più alto, e costoso per il Paese emittente, quanto minore è l’affidabilità del Paese, gli acquisti della Bce aiutano a calmierare tali rendimenti perché attestano che un’istituzione quale la stessa Bce si fida delle obbligazioni dei Paesi da cui acquista e dunque considera quegli stessi Paesi non eccessivamente rischiosi).

Il maggior beneficiario del Quantitative Easing della Bce è la Germania, che ha visto acquistare dalla banca di Francoforte titoli per 45 miliardi di euro (a fronte di emissioni lorde di 156, mentre quelle nette sono diminuite di 16 miliardi), contro i 161 dell’anno scorso e i 101 di quello ancora precedente. Seconda classificata, subito davanti all’Italia, è la Francia, che ha venduto a Francoforte titoli per 39 miliardi (come l’Italia) a fronte di un’emissione lorda di 213 (meno dell’Italia) e lorda di 106.

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