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Venerdì, 19 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Lo Smart Working è realtà in oltre metà delle grandi imprese, gli enti pubblici invece stentano ad adottarlo

L'Osservatorio del Politecnico di Milano sullo smart working rileva un vero e proprio boom del lavoro agile tra le grandi imprese e passi avanti anche nelle pubbliche amministrazioni.

Nel 2018 gli Smart Worker sono arrivati a quota 480mila, in crescita del 20% rispetto all’anno precedente. La possibilità di svolgere lavoro dipendente con flessibilità e autonomia nella scelta dell'orario e del luogo di lavoro (grazie a strumenti digitali adatti a lavorare in mobilità) fa sì che i lavoratori agili siano più soddisfatti di quelli tradizionali sia per l'organizzazione del lavoro (39% contro 18%) che nelle relazioni con colleghi e superiori (40% contro il 23%).

Il 56% delle grandi imprese ha avviato progetti di Smart Working, adottando modelli di lavoro che introducono flessibilità di luogo, orario e promuovendo la responsabilizzazione sui risultati (erano il 36% un anno fa). Un altro 2% ha realizzato una qualche iniziativa informale mentre l'8% prevede di introdurre progetti nel prossimo anno. Complessivamente quindi circa 2 grandi aziende su 3 stanno già sperimentando forme di Smart Working.

Lo Smart Working è meno diffuso tra le imprese medie e piccole: l'8% ha progetti strutturati e il 16% informali, ma il 38% non mostra alcun interesse per l'introduzione di questo nuovo modo di lavorare.

Lo Smart Working è stato adottato dall’8% degli enti pubblici (nel 2017 erano il 5%):  l'1% l’ha fatto in modo informale, un altro 8% prevede iniziative il prossimo anno. Nel 36% delle pubbliche amministrazioni lo Smart Working è ancora assente ma appare di probabile introduzione, nel 38% l’adozione di queste modalità di lavoro è incerta, nel 7% non si rileva interesse ad introdurle.

Lo Smart Working incrementa del 15% la produttività del lavoratore, riduce il tasso di assenteismo del 20%, consente risparmi del 30% sui costi di gestione degli spazi fisici e un miglioramento dell'equilibrio fra lavoro e vita privata per circa l'80% dei lavoratori, secondo le stime dell’Osservatorio.

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Lo Smart Working è realtà in oltre metà delle grandi imprese, gli enti pubblici invece stentano ad adottarlo

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