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Sabato, 20 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Boom delle spese sociali, conti della pubblica amministrazione in crisi

Le spese per pensioni, disoccupazione, salute sono esplose tra il 2012 e il 2016, secondo quanto segnala l’Istat. E le pubbliche amministrazioni non riescono a compensare tali aumenti di spesa con la riduzione di altre uscite e devono ridurre gli investimenti.

La somma delle uscite per 'prestazioni sociali' è arrivata a 382 miliardi nel 2016, con un incremento di 27,2 miliardi rispetto ai 354,8 miliardi di euro del 2012

Le spese sociali sono la principale uscita delle pubbliche amministrazioni  che per tutte le altre voci registrano variazioni contenute, con un calo della spesa per interessi passivi da 83,6 miliardi a 66,4 miliardi (-17,2 miliardi). Le prestazioni sociali vengono suddivise in due sottocategorie: 'prestazioni sociali in denaro' che da 311,4 salgono a 337,5 miliardi (+26,1 miliardi) e 'prestazioni sociali in natura acquistate direttamente sul mercato' che da 43,3 passano a 44,5 miliardi (+1,2 miliardi). Dalle voci contenute nel conto economico consolidato delle P.A. emerge che la spesa per i redditi da lavoro dipendente, che nel 2012 ammontava a 166,1 miliardi, è scesa gradualmente arrivando a 162 miliardi nel 2015, per risalire lo scorso anno a 164,1 miliardi (-2 miliardi rispetto al 2012). In lieve crescita la somma destinata ai consumi intermedi, che passa da 87 a 91,1 miliardi (+4,1 miliardi).

L'incremento della spesa sociale porta il totale della spesa a 829,7 miliardi, al netto degli interessi passivi, con un incremento di 10,8 miliardi rispetto alle uscire per 818,9 miliardi del 2012.

Gli investimenti fissi lordi sono calati di 6,7 miliardi, passando da 41,4 a 34,7 miliardi, con un calo costante nei 4 anni considerati.

All’incremento delle spese fa fronte un minor aumento delle entrate con cui farvi fronte: le entrate totali sono passate da 771,6 a 788,9 miliardi (+17,3 miliardi) e la voce principale per il finanziamento delle spese, le imposte, è passata da 486,5 a 490,6 miliardi (+4,1 miliardi), per effetto di un aumento della tassazione diretta che è riuscita anche a compensare la riduzione del gettito da imposte indirette. Dai tributi sul reddito (come Irpef, Ires, Irap) sono stati incassati 239,8 miliardi nel 2012 e 248,4 miliardi nel 2016 (+8,6 miliardi), mentre sul fronte dell'imposizione sul valore aggiunto e sul patrimonio (come Iva e Imu) i 246,7 miliardi incassati nel 2012 sono scesi a 242,2 miliardi nel 2016 (-4,5 miliardi).

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