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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Le verità sull’euro, l’Italia e l’Europa

L’istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI) ha passato in rassegna i ‘luoghi comuni’ sull’euro per verificare quali siano fondati e veri e quali no. Ecco, in base ai risultati dell’analisi, quali sono le verità in merito alla moneta unica

QUALI SONO, INVECE, LE BUGIE SULL'EURO

E’ vero che con l’euro l’Italia ha perso sovranità monetaria ma anche quando l’Italia poteva stamparsi la sua moneta, questa subiva la forza del marco tedesco ed era esposta a rischi sul mercato come quello del 1992, quando la lira vide crollare in poco tempo il suo valore del 20%. Con l’euro l’Italia partecipa con gli altri paesi alla formulazione della politica monetaria (invece di subirla piuttosto passivamente) ed è riuscita anche ad esprimere il presidente della Bce.

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E’ vero che i Paesi dell’Ue senza euro crescono di più rispetto a quelli di Ue ed Eurozona perché hanno visto triplicare il loro Pil, mentre i Paesi dell’Eurozona lo hanno raddoppiato. Si tratta però di Paesi perlopiù dell’Est Europa  che si trovano in condizioni di sviluppo molto più arretrate rispetto alle "economie mature" che fanno parte dell’Eurozona ed hanno dunque maggiori margini di crescita perché maggiore è il gap da recuperare rispetto ai Paesi evoluti (questo garantisce anche alti tassi di rendimento degli investimenti in quei Paesi).

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E’ vero che l’euro funziona male perché la sua costruzione è incompleta: se si sono fatti passi avanti nel coordinamento delle politiche di bilancio degli Stati che condividono la moneta unica, molto poco si è fatto per coordinare le politiche industriali e del lavoro/welfare. Inoltre la condivisione del rischio resta fumo negli occhi per la Germania, che si tratti di debiti pubblici o di banche in crisi. Questo fa sì che i mercati continuino a "pesare" diversamente i rischi dei singoli Paesi dell’Eurozona.
 
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