I voucher sono soppressi, ma chi ha la baby sitter o manda i figli all’asilo può ancora richiederli, secondo quanto comunica l’Inps.

L’alt ai voucher non riguarda i bonus per il baby sitting e l’asilo nido, i quali, dopo una breve sospensione, tornano ad essere erogati dall’Inps. Lo stesso ente aveva chiesto istruzioni al ministero del Lavoro e al Dipartimento politiche per la famiglia e ha ottenuto il via libera per continuare ad emettere questo tipo di voucher. Diversamente da tutti gli altri voucher, dunque, questi potranno essere chiesti e ottenuti anche dopo il 17 marzo, data da cui - in seguito alla soppressione decisa dal governo - è impossibile ottenere il rilascio di buoni lavoro.

La deroga varrà per tutta la durata prevista del bonus, che è stato prorogato a fino a dicembre 2018, o almeno fino a che verranno individuate nuove modalità di pagamento delle attività occasionali. La nota dell’Inps tuttavia non specifica nulla al riguardo e il governo ha già manifestato l’intenzione di intervenire sulla materia per individuare soluzioni alternative, che saranno differenziate in relazione al fatto che il committente sia una famiglia o un’azienda.

Il bonus può essere chiesto dalle mamme negli 11 mesi successivi al congedo obbligatorio di maternità. Per ogni mese di rinuncia al congedo parentale (il cui utilizzo è facoltativo) si ottiene un contributo di 600 euro al mese, per un massimo di 6 mesi (3 mesi per le autonome) da utilizzare per pagare la retta dell’asilo nido oppure la baby sitter. Nel primo caso l’Inps corrisponde direttamente l’importo alla struttura convenzionata; nel secondo, invece, eroga dei buoni lavoro alla mamma e quest’ultima li utilizza per pagare la baby sitter. La gestione dei ticket è esclusivamente telematica: dalla richiesta alla messa a disposizione, fino al pagamento.