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Giovedì, 28 Marzo 2024
Capitale sociale

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A cura di Giuseppe De Marzo

Ilva: tutta Taranto a processo

Nella caserma dei vigili del fuoco di Taranto qualche giorno fa c'è stata l'udienza preliminare per l'inchiesta sul disastro ambientale causato dall'Ilva. Quindici imputati, fra cui la holding Riva Fire, hanno presentato istanza di rimessione del processo per incompatibilità ambientale, perché i giudici tarantini, sotto pressione, non sarebbero sereni e imparziali. Oscillano fra le 700 e 800 le richieste di costituzione di parte civile all'udienza.

Il Comune di Taranto ha chiesto dieci miliardi di euro di risarcimento, stessa cifra chiesta anche da Legambiente. Centinaia i proprietari di case del quartiere Tamburi (che si trova proprio accanto allo stabilimento siderurgico) identificati come parti offese. Insieme a loro chiedono di costituirsi parti civili associazioni ambientali e cittadine, le sigle sindacali confederali, il Comune di Statte, la Regione Puglia e i ministeri di Ambiente e Salute.

49 gli imputati tra i quali anche dirigenti ministeriali e numerosi politici, come il presidente della Regione Nichi Vendola e l'ex presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, finito in carcere a maggio 2013 per concussione. Le accuse invece sono di associazione per delinquere, disastro ambientale, avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Anche il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, è imputato, accusato di abuso d'ufficio per non aver agito contro l'inquinamento che mette a rischio la salute dei tarantini e l'ambiente.

Un'intera città a processo, tra chi sarà dalla parte dell'accusa e chi sarà parte civile. Miseria Ladra aveva deciso di passare qui il primo maggio, insieme a tutte e tutti coloro che hanno in questi anni messo sotto accusa e prima dei tribunali l'incapacità delle classi dirigenti e del modello di sviluppo di sapere garantire lavoro e salute. Come il Comitato di cittadini e lavoratori Liberi e Pensanti che hanno deciso di continuare a vivere nel loro territorio in una situazione di grande difficoltà, ma non sono disposti a scegliere tra lavoro e salute.

Siamo anche tornati qui per un'occasione importante: la Giornata della Memoria per il ricordo delle vittime sul lavoro. Dopo la mattinata al quartiere Tamburi per il momento di commemorazione delle vittime abbiamo incontrato Amedeo Zaccaria, padre di Francesco, il giovane lavoratore Ilva deceduto su una gru durante un tornado nel 2012. Francesco aveva 29 anni e per ritrovare il suo corpo ci vollero giorni finché non fu il mare a riportarlo a riva. Francesco era tra quelli che il mese prima scioperavano a oltranza dopo la morte di un operaio locomotorista dello stabilimento tarantino, Claudio Marsella, della sua stessa età. Lui invece è rimasto schiacciato durante le operazioni di aggancio della motrice a vagoni riportando lesioni al torace e la frattura del femore.

Misera Ladra era già stata a Taranto per affermare con forza che salute e lavoro sono due diritti fondamentali. Ci è tornata per ribadire come tra vita e lavoro non di debba mai scegliere e soltanto ridando alle persone la dignità si potrà comprendere che tra i due non esiste contraddizione.

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