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Giovedì, 25 Aprile 2024
Casa Nostra

Casa Nostra

A cura di Walter De Cesaris

La via crucis della casa

Scontri di piazza, pestaggi, sgomberi violenti. Il caos casa è stata al centro delle cronache. Eppure nel tritacarne mediatico il rischio è di oscurare completamente le ragioni per le quali migliaia di persone manifestano o nelle città si occupano edifici vuoti e lasciati al degrado e si costituiscono reti di solidarietà che si mobilitano per i picchetti anti sfratto.

Al massimo la chiamano emergenza casa ma è un imbroglio. L’emergenza fa pensare a un evento improvviso e imprevedibile. Qui, invece, non c’è nulla di tutto questo. Ci sono, invece, motivazioni ben note e strutturali: la zavorra della rendita immobiliare e l’assenza di una politica sociale della casa da parte delle istituzioni pubbliche. A ben vedere, si tratta di due facce della stessa medaglia.

C’è un'apparente contraddizione che andrebbe spiegata e che l’informazione di regime nasconde. Siamo in piena recessione, le compravendite sono crollate e, anche se in misura minore, c’è una riduzione dei prezzi. Anche nel campo degli affitti, si dice, che c’è un certo raffreddamento anche se, percentualmente, inferiore, sia rispetto al crollo delle compravendite che al calo dei prezzi.  Eppure, a questo raffreddamento, non corrisponde una diminuzione degli sfratti per morosità che invece aumentano. 

SCONTRI A ROMA, 12 APRILE 2014 | INFOPHOTO

E’ dal 2008 che crescono continuamente e la crescita non si arresta. Nel 2007 le sentenze emesse erano circa 40 mila, nel 2012 hanno superato le 70  mila e nel 2013, secondo i primi dati relativi al primo semestre, sembrano volersi avvicinare pericolosamente al nuovo picco di 80 mila. Solo nell’ultima settimana, nel tribunale di Roma, si segnala il raddoppio delle cause per morosità iscritte a ruolo giornalmente. La spiegazione è una sola: c’è una offerta che la domanda non regge e, se il mercato non è in grado di ristabilire un equilibrio, il motivo è dato dal virus della bolla immobiliare, che non è debellato, ma cova ancora sotto la cenere dell’incendio della crisi. 

Roma: sgombero occupazione Montagnola (foto A. Ronchini e da Twitter)

Eppure non è vero che non si potrebbe fare niente e proprio le tanto vituperate occupazioni di immobili pubblici vuoti e abbandonati forniscono la pista giusta. E’ stato reso noto, solo pochi giorni fa,  che il valore complessivo del patrimonio immobiliare pubblico ammonta ad almeno 281 miliardi di euro. 
Non è, però, ancora stato effettuato il censimento di quanta parte di questo patrimonio sia dismesso, vuoto o sotto utilizzato ma sono proprio le occupazioni e le denunce delle associazioni e dei comitati che segnalano quanto sia ingente.

Roma: violenze e pestaggi, famiglie per strada [foto da Twitter]

Il tesoro nascosto e inutilizzato del patrimonio immobiliare pubblico potrebbe essere la leva di un grande progetto nazionale per abitazioni sociali in Italia e risolvere strutturalmente il problema casa. Non sarebbe un costo ma un grande investimento per il futuro del Paese: un incremento di PIL valutabile in 10 anni in un valore di almeno cento miliardi di euro. 

Sarebbe una vera, grande opera di ammodernamento infrastrutturale del Paese, senza consumo di suolo e con la creazione di migliaia di posti di lavoro. 
Perché non si prende questa strada? Perché la rendita non gradisce: in tal modo scenderebbero e di molto i prezzi nel settore privato e la bolla immobiliare sarebbe davvero debellata.

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