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Venerdì, 19 Aprile 2024
Casa Nostra

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A cura di Walter De Cesaris

Il botto di capodanno del governo contro gli sfrattati: giù dal balcone i più poveri e disperati

Ogni anno nel decreto cosiddetto “mille proroghe” si disponeva il differimento dell’esecuzione degli sfratti per finita locazione ai danni dei nuclei con redditi bassi e condizioni familiari difficili. Questa volta il governo ha deciso di no. Va chiarito, innanzitutto, di quali sfratti parliamo e di quali famiglie si tratta.

Gli sfratti possono essere emessi sostanzialmente per 3 motivi: per morosità dell’inquilino, per necessità del proprietario che ha bisogno della restituzione dell’alloggio o per finita locazione, ovvero perché il contratto è scaduto (l’inquilino paga regolarmente l’affitto e il proprietario non ha necessità della restituzione dell’appartamento). 

Negli ultimi anni, a causa della crisi spaventosa che sconvolge principalmente la vita della povera gente, gli sfratti per morosità sono cresciuti esponenzialmente mentre le restanti due motivazioni di fratto sono al contrario di molto diminuite. Nel 2013, su un totale di circa 75 mila nuove sentenze, gli sfratti per morosità sono stati 62 mila e 500, quelli per necessità del proprietario circa 2 mila e 500 e quelli per finita locazione hanno sfiorato i 5 mila e 500 casi.

Negli ultimi 6 anni, dallo scoppio conclamato della crisi, gli sfratti per finita locazione sono stati quasi 50 mila a fronte di oltre 330 mila per morosità e appena 7 mila per necessità del proprietario. Non tutte le famiglie con sfratto per finita locazione erano coinvolte dalla sospensione dello sfratto. Parliamo solo di famiglie con redditi lordi complessivi inferiori a 29 mila euro e, contemporaneamente, con presenza di anziani ultrasessantacinquenni, minori, portatori di handicap gravi o malati terminali. Insomma parliamo di una “mini proroga” per solo una sola singola causale di sfratto e per nuclei che, per condizione economica e situazione familiare, non hanno alcuna possibilità di trovare un alloggio nel mercato privato.

Il tutto avviene in una condizione disperata della condizione abitativa del paese con comuni che, a causa della assenza di una qualsiasi politica sociale della casa e di mancanza di finanziamenti, non hanno alcuna possibilità di intervenire. Da oggi, potremmo assistere a uno stillicidio di sfratti drammatici ai danni dei più poveri e disperati (in particolare anziani per circa il 70% dei casi), che pagano regolarmente l’affitto (anzi, dopo al sentenza di sfratto esecutivo, si tratta di un canone maggiorato del 20%) e per alloggi di cui il proprietario non ha bisogno.

In questi casi, il silenzio è complicità e le parole vanno dette per quelle che sono: siamo di fronte a un atto di gelida crudeltà sociale e di un vero e proprio attacco ai diritti umani. Le singole persone possono far sentire la propria voce di protesta, le associazioni e i movimenti possono promuovere una campagna di picchetti antisfratto per impedire che anziani, bambini, malati terminali, portatori di handicap siano gettati per strada.
Serve però che il Parlamento si muova e faccia sentire la propria voce, eliminando questa porcata di capodanno.

Il botto di capodanno del governo contro gli sfrattati: giù dal balcone i più poveri e disperati

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