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Martedì, 19 Marzo 2024
Curarsi mangiando

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A cura di Francesco Garritano

L’acidosi è una delle cause della fibromialgia: diagnosi e rimedi

L’acidosi, ovvero la diminuzione del pH della matrice cellulare, è stata classificata come probabile causa di questa patologia che causa forti dolori e della quale ancora non si sono ben definite le cause che la scatenano. Leggete l’articolo per saperne di più

Fibromialgia: definizione e sintomi

La fibromialgia, purtroppo, è una patologia in forte crescita, infatti, si stima che la prevalenza sia compresa fra il 2 e l’8 % e che colpisca soprattutto adulti fra i 20 ed i 50 anni di età.

Ma cos’è questa patologia? Non solo le cause, ma anche la classificazione negli anni ha creato difficoltà. Infatti, negli anni si è parlato di infiammazione, di malattia reumatica, di sindrome fibromialgica, fino a giungere alla definizione di patologia reumatica dei tessuti extra-articolari o dei tessuti molli.

Il principale sintomo della patologia è il dolore, cronico e diffuso, insieme ad altri caratterizzanti della patologia, quali affaticamento, disturbi del sonno, depressione, ansia, disturbi intestinali, stanchezza, deficit cognitivi, sintomi allergici, ipersensibilità a stimoli ambientali, senso di peso al torace e dolore toracico non cardiaco, distonia vegetativa, tendenza ad avere la pancia gonfia, stipsi alternata a diarrea, crampi e fascicolazioni,  cefalea, dolore pelvico cronico, tendenza a sincopi (improvvisi svenimenti), respiro corto e superficiale, sensazione di avere le ossa dolenti, acufeni, turbe dell’equilibrio, e molti altri ancora.

Diagnosi della fibromialgia

La fibromialgia non è una patologia che possono diagnosticare tutti, ma solo il reumatologo, applicando i criteri di diagnosi può farlo. Fino a poco tempo fa, nella diagnosi venivano utilizzati i tender points, punti del corpo che se toccati provocavano dolore acuto, mentre dal 2010 in poi i criteri diagnostici sono stati modificati dall’American College of Rheumatology, che ha previsto la valutazione del dolore diffuso riferito dal paziente mediante l’utilizzo di un’immagine corporea e i sintomi associati ai quali vengono attribuiti dei punti. Il punteggio ottenuto da queste due scale permette di porre diagnosi di fibromialgia. Negli anni poi sono stati aggiunti altri sintomi alla diagnosi di fibromialgia, come cefalea, depressione, dolore addominale, infine, nel 2013 sono state incrementate le aree di localizzazione del dolore ed il numero dei sintomi.

Fibromialgia e acidosi

Ma oltre a sapere come diagnosticarla, da cosa potrebbe essere causata questa patologia? Poiché è caratterizzata dal dolore, bisognerà individuarla fra i meccanismi di controllo dello stesso mediati dal sistema nervoso centrale.

È stato visto, infatti, come un possibile meccanismo alla base della patologia sia la carenza di ossigeno all’interno delle cellule, causata sia da fattori genetici, ma anche da fattori epigenetici, quali il fumo, la contaminazione da metalli pesanti, l’inquinamento, l’assunzione continua di cibi industriali e di farmaci, tutti fattori che intossicano l’organismo e che creano un ambiente acido all’interno della matrice extracellulare, per cui si ha difficoltà da parte dell’organismo di utilizzare l’ossigeno generando una disfunzione mitocondriale.

Infatti, all’interno della matrice extracellulare sono presenti terminazioni libere di nervi sensoriali nocicettivi e terminazioni libere neurovegetative. La presenza di acidi in eccesso, stimola sia i recettori del dolore (nocicettori) che le terminazioni ortosimpatiche. Questi impulsi arrivano al sistema nervoso centrale e di conseguenza ai nervi spinali; poiché vi è una eccessiva stimolazione dei nocicettori, questo determinerà un cortocircuito con conseguente disfunzione degli organi innervati dai singoli nervi spinali e aumento delle afferenze sensoriali al midollo spinale e al cervello con ipersensibilizzazione centrale.

Questi cortocircuiti hanno una componente effettrice somatica e una effettrice neurovegetativa, che da una parte tiene i muscoli in contrazione continua, mentre dall’altra induce le terminazioni effettrici ortosimpatiche a liberare istamina con conseguente fenomeni infiammatori. L’attivazione del sistema ortosimpatico determina, quindi, l’irritazione delle fibre nervose con conseguente blocco del microcircolo e aumento dell’acidosi.

Si genera dunque un circolo vizioso che si dovrebbe fermare cambiando il nostro stile di vita.

Fibromialgia e alimentazione

Oltre a consigliare il trattamento della patologia con dieta GIFT,in questo caso bisognerà prediligere cibi alcalini quali i vegetali, le patate, la frutta, mandorle e anacardi, bevendo acque minerali alcaline con pH maggiore di 7.

Questa scelta riuscirà a basificare le condizioni della matrice extracellulare evitando stimoli continui sui nocicettori. Ma non basterà solo questa accortezza, infatti, consiglio sempre ai miei pazienti di sottoporsi al test Recaller ed al test epigenetico: il primo per individuare l’infiammazione da cibo, il secondo per verificare la presenza di metalli pesanti, sostanze tossiche o carenze all’interno dell’organismo.

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