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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Curarsi mangiando

Curarsi mangiando

A cura di Francesco Garritano

Amenorrea, come riconoscerla: l'importanza dell’intervento nutrizionale

L’amenorrea è la condizione in cui si verifica un “blocco” del ciclo mestruale, che può manifestarsi in seguito a diverse cause, ma spesso è proprio l’alimentazione il problema. Vediamo nell’articolo in che modo.

L’amenorrea e le nuove linee guida

Di recente sono state pubblicate le nuove linee guida per il riconoscimento dell’amenorrea su una rivista scientifica di endocrinologia; queste suggeriscono che si definisce amenorrea la condizione in cui il ciclo mestruale supera costantemente i 45 giorni oppure quando il ciclo è assente per più di tre mesi.

Ma quali sono le cause dell’amenorrea? Possono essere diverse, dal danno organico allo stress, quindi sia fisici che psichici, però l’aspetto sul quale vorrei soffermarmi è quello alimentare.

Siamo a conoscenza che i soggetti che soffrono di disturbi del comportamento alimentare, in particolar modo di anoressia, sono quelli più sofferentidi questa problematica, anzi potrebbe addirittura definirsi una caratteristica del disturbo. Ciò perché il soggetto anoressico mangia poco e si muove tantissimo, per cui l’eccessivo movimento e l’introito scarso di energia causa l’alterazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi.

È sempre lì che andiamo a parare, la famosa leptina di cui parlo sempre, secreta dal tessuto adiposo in condizioni di normocaloricità, nei soggetti che mangiano meno di quanto dovrebbero, non riesce ad “inviare” un segnale adeguato all’attivazione dell’asse, perciò il ciclo dapprima è irregolare, poi, addirittura non si presenta. Infatti,in condizioni normali, il GnRH ipotalamico segnala all’ipofisi di secernere l’FSH e l’LH, i quali stimolano le gonadi a secernere gli estrogeni, il progesterone, nei diversi momenti del ciclo mestruale.

In caso di amenorrea, invece, il quadro clinico che ci troviamo di fronte è caratterizzato da ridotti livelli di LH, elevati livelli di cortisolo (l’ormone dello stress), riduzione dei livelli degli ormoni tiroidei (quindi rallentamento del metabolismo e meno consumo calorico, il corpo va in risparmio energetico), ridotti livelli di leptina e prolungata produzione di melatonina notturna.

Come valutare?

Se abbiamo irregolarità mestruali costanti, se siamo consapevoli di mangiare troppo poco e di muoverci troppo, se abbiamo atteggiamenti di perfezionismo e siamo sempre alla ricerca di approvazione sociale, se il nostro umore è altalenante, sarebbe l’ora di verificare la funzionalità dei nostri assi ormonali. Infatti, le linee guida suggeriscono di eseguire i seguenti test di laboratorio: TSH, ft3, ft4, prolattina, ormone luteinizzante (LH), ormone follicolo-stimolante (FSH), estradiolo, ormone anti-Mulleriano, testosterone e deidroepiandrosterone solfato (DHEA-S).

Soluzioni alimentari

Dopo aver valutato il nostro quadro clinico, se la diagnosi fatta dal ginecologo è proprio quella di amenorrea non ricorrete subito ai farmaci ma cerchiamo di agire dal principio. Se il nostro problema è lo stress, iscriviamoci in palestra, facciamo meditazione, esercizi di rilassamento, ma facciamo in modo che la nostra risposta allo stress non sia esagerata. Se, invece, il problema è l’alimentazione, allora rivolgetevi ad un professionista di segnale. Soltanto dando il segnale all’organismo che l’energia introdotta sia sufficiente riusciremmo a far ricomparire oppure a regolarizzare il ciclo.

Iniziamo dalla colazione, che deve essere il pasto più abbondante; chi non è abituato a mangiare tanto, soprattutto di prima mattina, va stuzzicato con qualcosa che possa essere di suo piacimento, per cui solitamente consiglio di fare dei pancakes con farina integrale farciti con marmellata senza zucchero ed una macedonia, cominciando a dare al nostro ipotalamo l’informazione che l’energia che diamo al nostro corpo sia sufficiente per lo svolgimento delle funzioni fisiologiche. A pranzo scegliamo un piatto unico per iniziare, è inutile consigliare di mangiare un primo, un secondo ed un contorno che potrebbero “spaventare”, molto meglio invece creare un piatto unico con all’interno proteine, carboidrati integrali e fibre, come ad esempio pasta con gamberetti e zucchine. A cena, invece, possiamo mangiare un po’ meno ma sempre tripartito, anche un po’ di pollo con spinaci e pane integrale tostato va benissimo. 

Mangiando proteine ad ogni pasto, facendo come attività fisica delle leggere camminate a passo svelto, eliminando dalla nostra alimentazione gli zuccheri semplici, i cibi spazzatura e le farine raffinate saremo in grado di riattivare il nostro asse ipotalamico naturalmente.

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