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Venerdì, 29 Marzo 2024
Curarsi mangiando

Curarsi mangiando

A cura di Francesco Garritano

C’è chi ingrassa e chi dimagrisce quando è sotto stress!

Quante volte avete giustificato il vostro aumento di peso dicendo di essere sotto stress? Ma perché c’è chi da stressato ingrassa e chi, invece, dimagrisce? Proviamo a conoscere bene questi meccanismi che vi spiegherò in modo semplice nell’articolo. Buona lettura!

L’ormone dello stress

Chi di voi non ha mai sentito parlare di ormone dello stress? È diventato veramente il protagonista della società di oggi, poiché le persone per cercare di gestire al meglio la propria vita vanno di fretta, sono stressati psicologicamente e si buttano sul cibo zuccherino o spazzatura per cercare di risollevare il morale, purtroppo, sbagliando; ma, non vi è solo chi ingrassa quando è stressato, vi sono anche persone che dimagriscono perché non hanno fame. Come si spiega questo fenomeno? È individuale o può esservi qualche anomalia a livello surrenale?

Inizio con il descrivervi l’ormone dello stress, il cortisolo, che viene prodotto dalle ghiandole surrenali, strutture anatomiche triangolari poste in cima ai reni. L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene regola il rilascio di cortisolo: l'ipotalamo produce e rilascia l'ormone rilasciante la corticotropina (CRH), che successivamente stimola la sintesi e il rilascio di adrenocorticotropina (ATCH) dall'ipofisi anteriore, che a sua volta stimola la sintesi e il rilascio di cortisolo da parte della corteccia surrenale. Durante il giorno, il cortisolo segue un ritmo circadiano, infatti, si manifesta un picco mattutino appena prima del risveglio, una rapida diminuzione nelle ore successive e un declino più graduale nel corso della giornata, fino a livelli molto bassi prima di coricarsi.

Chi ingrassa, chi dimagrisce

Prima di spiegare il perché gli effetti dello stress possono essere diversi, bisognerà fare chiarezza sui due casi: la persona stressata che ingrassa è quella che fortunatamente possiede surreni in buona salute, in grado di liberare cortisolo quando richiesto, mentre chi dimagrisce soffre di stanchezza surrenalica, ovvero, il surrene non è più in grado di liberare cortisolo perché è stato continuamente stimolato.

Considerati entrambi i casi, passiamo ai soggetti in sovrappeso oppure obesi, che hanno in circolo un’elevata concentrazione di cortisolo. Questo ormone, dopo essere stato stimolato dallo stress continuo, viene liberato nel sangue e stimola la mobilizzazione delle riserve di glucosio stoccate sotto forma di glicogeno, per affrontare la situazione di stress (utilizzando energia) o scapparne; nel primo caso, ovvero quando l’energia verrà utilizzata non si genereranno accumuli, nel secondo caso, invece, gli zuccheri presenti nel sangue verranno riposti a livello addominale, accumulandosi sotto forma di grasso.

Contemporaneamente, però, la mobilizzazione degli zuccheri va a stimolare la liberazione dell’ormone insulina, che ha effetti sia a livello centrale che a livello periferico: nel primo caso il cortisolo interrompe l’effetto antagonista dell’insulina sull’NPY, stimolando l’assunzione di cibo, mentre in periferia aumenta i livelli di insulina, provocando a lungo andare anche insulino-resistenza. Per riassumere il tutto in termini semplici, quando siamo stressati il cortisolo agisce anche a livello ipotalamico stimolando la produzione di un ormone oressigeno (che genera fame) chiamato neuropeptide Y (NPY), per questo motivo mangiamo di più, inoltre, andiamo alla ricerca di cibi zuccherini o grassi, perché l’ormone genera questo effetto, insieme a quello dell’insulina.

Il cortisolo, inoltre, agisce anche sui livelli di leptina, sia a livello centrale che periferico; infatti, a livello centrale la leptina attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene aumentando il CRF ipotalamico, il quale riduce il rilascio di glucocorticoidi periferici dalle ghiandole surrenali attraverso un feedback negativo, mentre a livello perifericoil cortisolo riproduce lo stesso effetto generato per l’insulina, aumentando i livelli di leptina e causando resistenza-leptinica, condizione presente nei soggetti obesi. In termini semplici, ciò che provoca lo stress cronico sulla leptina è una continua secrezione della stessa, che però non riesce a svolgere la sua azione perché non tutta riesce a legarsi ai suoi recettori; quindi, in questo caso la leptina non attiva il metabolismo e non genera dispendio energetico.

Inoltre, un altro meccanismo tramite il quale si può spiegare l’aumento di peso in seguito ad aumentati livelli di cortisolo è l’azione del cortisolo nel metabolismo tiroideo; sappiamo che un buon funzionamento della tiroide permette di aumentare il dispendio energetico, poiché l’energia introdotta si disperderà sotto forma di calore e non si accumulerà come molecole di ATP, ma se gli ormoni tiroidei non sono prodotti in sufficienza, ciò non sarà possibile. Infatti, l’eccessiva produzione di cortisolo, inibisce le desiodasi, enzimi coinvolti nella trasformazione di T4 (ormone inattivo) in T3 (ormone attivo), provocando un rallentamento metabolico e, quindi, aumento di peso.

Un soggetto che è costantemente sotto stress o subisce un trauma, può giungere ad una condizione di stanchezza surrenalica, quando non riesce più a gestire lo stress, si sente costantemente affaticato, non ha voglia di mangiare, è depresso, poiché i livelli di cortisolo sono molto bassi e questo ormone non riesce a svolgere il suo compito. Infatti, al contrario dell’ipercortisolemia che si verifica con alti livelli di insulina, in caso di ipocortisolismo si manifesta ipoglicemia. Inoltre, se nel primo caso l’eccessivo cortisolo eliminava l’inibizione sull’NPY, basse concentrazioni dello stesso non sarebbero in grado di stimolare la rimozione del blocco.

Consigli per gestire lo stress 

Dire ad una persona stressata di stare calma e tranquilla non è la soluzione migliore, piuttosto bisognerebbe agire facendo in modo che il soggetto possa scaricare i pensieri e le tensioni praticando un’attività fisica a scelta, ogni giorno per almeno un’ora. Altro consiglio è quello di mantenere una corretta igiene del sonno, andando a letto sempre alla stessa ora, facendo un bagno caldo e bevendo una tisana prima di andare a letto, non guardare la tv o stare al telefono prima di addormentarsi e non fare attività fisica prima di andare a letto: meglio dormiremo, meno ci sentiremo stressati. Sul piano alimentare è normale consigliare l’eliminazione di zuccheri semplici per non peggiorare gli effetti provocati dallo stesso cortisolo.

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