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Venerdì, 19 Aprile 2024
Curarsi mangiando

Curarsi mangiando

A cura di Francesco Garritano

Calo della libido, come migliorare il problema con lo stile di vita

Il calo del desiderio sessuale (o della libido) è una problematica provocata da numerose condizioni fisiche e psicologiche, che possono colpire sia gli uomini, che le donne. Ecco spiegato tutto meglio nell’articolo. Buona lettura!

Calo della libido? Mi capita spesso di ricevere pazienti con questo problema. Si manifesta con una riduzione della frequenza e dell'intensità del desiderio sessuale, sia spontaneo, sia in risposta a stimoli erotici. La libido è una delle fasi del ciclo sessuale: innesca l'eccitazione ed è strettamente connessa al piacere erotico. Il desiderio è influenzato dallo stato di salute, dall'alimentazione, dai livelli ormonali, dall'assunzione di certi farmaci e da una componente psichica (presenza di fantasie, voglia di intraprendere l'attività sessuale, soddisfazione del proprio corpo ecc.).

In qualche caso, la riduzione della libido è una condizione momentanea, correlata allo stile di vita e a situazioni transitorie, come lo stress, l'affaticamento e la debolezza. Altre volte, invece, rappresenta un sintomo di patologie vere e proprie (tra cui rientrano le alterazioni ormonali e la depressione maggiore). Se prolungato, il calo della libido può avere ripercussioni sulla sfera psicologica e sul rapporto di coppia.

Il calo del desiderio sessuale può essere secondario a malattie endocrine che causano insufficienza surrenale (malattia di Addison) o, al contrario, ipersurrenalismo (sindrome di Cushing), Tiroidite di Hashimoto, Fibromialgia, Endometriosi.

Altri fattori che determinano un calo della libido comprendono gli squilibri ormonali con diminuzione della produzione di testosterone (es. ipogonadismo maschile e ipopituitarismo), aumento della produzione di prolattina (iperprolattinemia) e diminuzione degli ormoni tiroidei (come accade nell'ipotiroidismo).

Le interconnessioni ormonali influenzano anche la vita sessuale

Tutti i processi del nostro organismo sono quindi regolati dagli ormoni e questi, a loro volta, controllano altri ormoni. Esistono infatti delle interconnessioni funzionali anche chiamati assi ormonali come quelli che legano ipotalamo-ipofisi con tiroide, surrene e gonadi.

L’ipotalamo situato a livello centrale nel nostro cervello è infatti la sede principale di controllo, sia in modo diretto rilasciando ormoni, che indirettamente rilasciando ormoni di regolazione degli assi. In particolare l’ipotalamo stimola l’ipofisi a produrre ACTH, TSH, GH e FSH e LH.

L’ACTH agisce poi a livello del surrene stimolando la produzione di cortisolo, ormone coinvolto nell’umore e nello stress; il TSH ha un’azione sulla tiroide che stimola il rilascio degli ormoni tiroidei T3 e T4; il GH, o ormone della crescita, stimola l’accrescimento di muscoli e ossa, mentre FSH e LH agiscono sugli organi sessuali (ovaio e testicolo) stimolando il rilascio di ormoni quali estrogeni, progesterone per la donna e testosterone per l’uomo che regolano il buon funzionamento dell’apparato sessuale (ad esempio regolazione del ciclo mestruale e aumento del desiderio sessuale).

Alcuni tra i fattori che possono influenzare gli ormoni sessuali

Ci sono dei fattori in grado di modificare i valori endogeni di ormoni sessuali. Questi possono agire come veri e propri interferenti endogeni, e la risposta che viene generata dall’organismo è una risposta difensiva che si tramuta in un comportamento insolito a livello delle ghiandole endocrine in seguito ad una cattiva stimolazione dal comandante (SNC, ipotalamo). Vediamo alcuni tra questi fattori incidenti:

  • cattivo flusso della leptina in seguito a stile di vita scorretto, a partire dall’alimentazione, dalla cattiva ripartizione del pasto nelle sue componenti proteiche, glucidiche e fibre, fino a errato stile nell’esercizio fisco e sedentarietà;
  • gli esiti dell’esame possono essere influenzati dalle situazioni di forte stress e dalle malattie acute;
  • gli esiti possono essere più bassi del normale durante il primo trimestre di gravidanza;
  • zuccheri raffinati, gli oli trans-idrogenati, i grassi di cattiva qualità, il sale, l’assunzione non corretta di latticini, i metalli pesanti, le farine raffinate; poi c’è la mancanza di una vita attiva, l’abitudinarietà, l’inquinamento ambientale, i farmaci, i prodotti ogm, gli xenobiotici;
  • mancanza di sonno svolto correttamente durante le ore notturne;
  • i metalli pesanti sono un altro fattore molto nocivo per la nostra salute, come il cadmio, il mercurio, le amalgame dentarie;
  • la cattiva ossigenazione dei tessuti, che può essere dovuta sia ad un fattore di disfunzione cardiocircolatoria, sia ad un’alterazione della struttura dei vasi sanguigni e dei capillari (varicosità, ipercolesterolemia e formazione di placche aterosclerotiche), sia ad una cattiva respirazione per tonsille ingrossate, adenoidi, problemi alla cavità nasale o all’apparato respiratorio: in condizioni di ipossia il tessuto adiposo produce la visfatina, un’adipochina che genera infiammazione in quanto stimola le cellule B, e lo fa per avvertire il nostro sistema immunitario a prepararsi ad un’eventuale emergenza da eventuale danno cellulare.

Regolazione degli assi ormonali

Il buon funzionamento dell’ipotalamo garantisce quindi questi effetti biologici positivi per il nostro organismo. Contrariamente un disequilibrio a livello ipotalamico crea alterazione degli assi ipotalamo-ipofisi-surrene/tiroide/gonadi con effetti negativi a livello di questi organi che si ripercuotono poi sull’omeostasi dell’organismo.

Il corretto funzionamento dell’ipotalamo deriva dalla periferia ossia dal segnale che arriva poi a livello centrale; e questo segnale è dato da altri ormoni, come la leptina il cui equilibrio è garantito da una corretta alimentazione, sana, pulita e normocalorica e da una buona quantità di proteine distribuite nella giornata a cui va accoppiata la pratica di attività fisica costante.

È quindi lo stile di vita sano che garantisce una corretta secrezione di ormoni periferici che portano poi un segnale pulito all’ipotalamo che a sua volta controllerà tutti gli assi ad esso legati.

Non servono pillole a bloccare o ripristinare il funzionamento degli ormoni ma questo è garantito da una corretta interconnessione tra gli ormoni stessi.

Ansia, nervosismo, disfunzioni sessuali, alterazioni mestruali, demuscolazione, rallentamento o blocco del metabolismo con aumento di massa grassa o patologie tiroidee sono tutti alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi che vengono oggigiorno curate perfettamente con l’alimentazione sulla base di quella che è la medicina di segnale.

Consigli per aumentare naturalmente la libido

1. CONTROLLA IL TUO PESO. Il grasso è uno dei principali nemici del testosterone perché aumenta la sua conversione in estrogeni tramite un particolare enzima chiamato aromatasi. Le persone in sovrappeso o obese con ridotti valori di testosterone dovrebbero, in particolare, limitare:

  • alimenti ad alto indice glicemico come zuccheri raffinati, caramelle, dolci, torte ecc. perché, oltre ad apportare una notevole quantità di calorie vuote , determinano anche un innalzamento della glicemia. Picchi eccessivi di glicemia portano a una riduzione del testosterone nel sangue;
  • alimenti che contengono grassi trans, conservanti, coloranti, junk food ecc. perché il loro ingente apporto calorico intacca il bilancio energetico e potrebbe causare danni all’organismo.

2. PRATICA QUOTIDIANAMENTE ATTIVITA’ FISICA. L’ esercizio fisico costante permette di perdere i chili in eccesso, aspetto fondamentare per incrementare i livelli di testosterone, ma soprattutto aumenta direttamente e fisiologicamente la produzione di tale ormone. Si consiglia di praticare un minimo di 150 minuti di attività fisica a settimana (300 minuti livello ottimale) alternando esercizi aerobici, finalizzati a migliorare la risposta cardiaca e respiratoria con un allenamento a bassa intensità e lunga durata, ad esercizi anaerobici di rinforzo muscolare, caratterizzati invece da una breve durata e un’alta intensità. Esempi di attività fisica aerobica sono la corsa, il ciclismo o il nuoto a bassa intensità, mentre il sollevamento pesi, l’atletica pesante, la corsa veloce sui 100 metri, così come gli esercizi a corpo libero che sollevano il corpo da terra sono esempi di attività fisica anaerobica. L’attività fisica, oltre a favorire il dispendio energetico, consente anche di mantenere e rinforzare la massa muscolare che, a sua volta, riduce la possibilità di aumentare quella grassa. Anche la dieta contribuisce al mantenimento e rafforzamento della massa muscolare, in particolare all’interno dell’equilibrata alimentazione non dovrebbero mai mancare le proteine di origine animale con gli 8 aminoacidi essenziali presenti nel Grana Padano DOP. Questo formaggio, essendo un concentrato di latte, apporta aminoacidi importanti come i ramificati (valina, isoleucina e leucina) che riparano le fibre muscolari dall’usura prodotta dall’esercizio fisico.

3. INTEGRA PIU’ MAGNESIO. Il magnesio è noto per la funzione che svolge a livello muscolare, ma non solo. Questo micronutriente interagisce con gli ormoni anabolici, specialmente con il testosterone. Gli alimenti più ricchi di magnesio sono la frutta secca a guscio (mandorle, noci , nocciole, pistacchi ), alcuni tipi di pesce (stoccafisso, bottarga, caviale), fagioli, latte di vacca, caffè, tè e cacao amari.

4. ASSUMI PIU’ VITAMINA D. I recettori della vitamina D sono presenti nei tessuti dell’apparato riproduttivo e sono coinvolti in numerosi processi, tra i quali anche la secrezione di testosterone. Gli alimenti non sono particolarmente ricchi di questa vitamina, la si può trovare principalmente nei pesci grassi (aringa, tonno, alici, salmone, trota, latterini), nel tuorlo d’uovo e negli alimenti fortificati. Il miglior modo di sintetizzarla consiste infatti nell’esporre la pelle all’esposizione solare per circa 15 minuti.

5. FAI IL PIENO DI ANTIOSSIDANTI. Frutta e verdura sono gli alimenti che contengono più antiossidanti in assoluto: la freschezza, la stagionalità e la varietà nella scelta dei colori permettono di fare la giusta scorta di questi micronutrienti essenziali. Una buona quantità la si trova anche nel Grana Padano DOP, poiché particolarmente ricco di nutrienti protettivi con azione antiossidante come zinco, selenio e vitamina A.

6. MODERA L’ALCOL. Un eccesso di alcol può compromettere la sua funzionalità e quindi interferire con la produzione di ormoni sessuali.

7. FAI UN SONNO RISTORATORE. La qualità e la durata del sonno sono associate ai livelli di testosterone nel sangue. In particolare, la privazione del sonno (max. 5 ore a notte) sembra determinare una riduzione dei livelli di testosterone dal 10% al 15%. Pertanto si consigliano programmi di ristrutturazione del sonno per consentirne una maggiore durata (almeno 7 ore a notte ), oppure di approfittare dei momenti liberi per dormire e riposare.

8. EVITA LO STRESS. Lo stress determina la liberazione nell’organismo di cortisolo, un ormone che esercita un’azione negativa sul testosterone. Questa sembra essere una delle possibili spiegazioni di tale correlazione che, tuttavia, risulta essere multifattoriale. Si consiglia quindi di ottimizzare la vita lavorativa e familiare, ritagliarsi dei momenti durante la giornata per rigenerarsi e stabilire il proprio equilibrio al fine di migliorare i livelli di testosterone.

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