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Sabato, 20 Aprile 2024
Curarsi mangiando

Curarsi mangiando

A cura di Francesco Garritano

Cosa mangiare per stare bene con l’intestino e favorire il dimagrimento

L’intestino è direttamente collegato con la salute deI nostro organismo, come ripeto spesso ai miei pazienti. Pertanto, è importante far riferimento ad alcuni aspetti essenziali dello stile di vita: voglio parlarvi di come il nostro intestino regola fortemente la salute dell’organismo ed anche i processi che riguardano il dimagrimento.

L’intestino e le malattie del sistema immunitario

Perché mi soffermo assai proprio sul fatto che la salute intestinale influenza molto la salute del nostro sistema immunitario e anche il dimagrimento? Chi ha letto il mio libro “La dieta anti-infiammatoria” già conosce il perché di questa correlazione: un intestino che è infiammato, che viene mal incentivato dalle pratiche alimentari, fa sì che alcune componenti tossiche o negative per il nostro organismo, anziché essere eliminate, vadano in circolo e creino danni, molto spesso di natura immunitaria. Parliamo di leaky gut syndhrome, di cui sicuramente avete già sentito parlare nei miei precedenti articoli e nel mio sito: per capire bene questa condizione, la cosa da fare è pensare che il nostro intestino è costituito da cellule messe l’una accanto all’altra e separate da giunzioni strette, definite tight junctions, che fanno da barriera regolando l’equilibrio fra l’ingresso di nutrienti vitali e quelli che non devono entrare nel flusso sanguigno. Quando queste tight junctions non svolgono correttamente il loro lavoro, le giunzioni si allargano e lasciano passare ciò che non dovrebbe nel sangue, quali molecole di cibo non digerite, funghi, batteri, virus, tossine, ecc.

Quando il nostro organismo riconosce queste particelle estranee nel circolo sanguigno, viene chiamato in causa il fegato per cercare di detossificare il sangue dalle tossine estranee, ma spesso non è in grado di compiere tutto questo lavoro da solo, per cui si attiva il sistema immunitario, causando l’insorgenza di infiammazione cronica, tramite la liberazione di anticorpi che combattono contro queste sostanze (come la caseina del latte, proteine dell’uovo e dei cereali che prima venivano tollerati dall’organismo) e di citochine infiammatorie.

L’infiammazione cronica è alla base della maggior parte delle malattie, infatti uno studio sulla permeabilità riportato sotto dice che la condizione di leaky gut è legata ad ulcere gastriche, diarrea infettiva, sindrome dell’intestino irritabile, malattie infiammatorie intestinali (Crohn e rettocolite ulcerosa), celiachia, cancro esofageo e colon-rettale, allergie, infezioni respiratorie, artrite, malattie metaboliche legate all’obesità (steatosi epatica, diabete di tipo II, malattie cardiache), malattie autoimmuni, morbo di Parkinson, sindrome da stanchezza cronica,  obesità.

La disbiosi: cause, sintomi e cura

Se soffrite spesso di sintomi come gonfiore e dolore addominale, meteorismo, eruttazioni, alvo alterno (stipsi e diarrea), reflusso gastrico, nausea, stanchezza ed acne, questi potrebbero essere il campanello d’allarme della disbiosi.

Quando si ha una sovracrescita di batteri patogeni rispetto a quelli non patogeni all’interno dell’intestino, l’organismo si difende dalla proliferazione batterica tramite alcuni meccanismi quali la peristalsi, che previene la stasi del contenuto intestinale, gli enzimi pancreatici, la bile e l’acido cloridrico che hanno una certa funzione batteriostatica e tengono sotto controllo la crescita microbica. I fenomeni di disbiosi influenzano fortemente anche il dimagrimento per via dell’aumento dei processi infiammatori in circolo.

Le cause dell’alterazione dell’equilibrio intestinale sono numerose: l’ipocloridria è una delle tante cause, ovvero la poca disponibilità di acidi gastrici, che non riescono a digerire correttamente le proteine e quindi ad assorbirle, causando la putrefazione e la fermentazione delle stesse e dando origine a infiammazione, ma anche a produzione di gas (idrogeno) e ammoniaca. L’acidità gastrica tende a diminuire soprattutto quando si assumono farmaci come gli inibitori di pompa protonica.

Altri fattori che possono determinare la disbiosi sono numerosi:

  • cattivo sonno

  • problemi di alterata acidità dei succhi gastrici

  • deficit di produzione ormonale delle ghiandole endocrine

  • errata masticazione

  • stress

  • ansia

  • depressione

  • zuccheri raffinati e farine raffinate

  • oli trans-idrogenati

  • grassi di cattiva qualità

  • assunzione non moderata di latticini e glutine

  • sale

  • metalli pesanti

  • grassi di cattiva qualità

  • abitudinarietà e sedentarietà

  • mancanza di sport

  • alterazioni del proprio orologio biologico

  • inquinamento ambientale

  • fumo

  • xenobiotici e prodotti OGM


 

Inoltre, chi soffre di permeabilità intestinale può andare incontro a SIBO soprattutto in presenza di metalli, come il ferro ed il nichel, che si introducono tramite l’alimentazione; se questi sono eccessivi vengono utilizzati dai batteri per rinforzarsi ed agire nei punti sbagliati.

Quando sospettare la disbiosi? Vi sono alcune situazioni che potrebbero presentarsi quando si soffre di disbiosi ma ancora non ne siamo venuti a conoscenza perfettamente; ad esempio la comparsa della sindrome del colon irritabile dopo una gastroenterite, il miglioramento dei sintomi dopo una terapia antibiotica, il peggioramento degli stessi, invece, in seguito all’assunzione di fermenti lattici, bassi livelli di ferritina (escludendo altre cause) a causa del malassorbimento.

Nutrizione per stare in salute e dimagrire in maniera efficace

Per mantenere in buona salute l’intestino e la tiroide, è necessario procedere con una buona alimentazione e con lo stile di vita! Come? Bisogna considerare molte accortezze, le principali sono di seguito elencate:

  • Eliminare zuccheri, edulcoranti e farine raffinate dalla dieta;

  • Gestire lo stress;

  • Individuare le infiammazioni da cibo con il test Quasa e gestirle;

  • Colazione abbondante, pranzo intermedio, cena leggera;

  • Associare proteine, carboidrati integrali e fibre ad ogni pasto;

  • Valutare l’adeguata assunzione di micronutrienti nella dieta;

  • Attività fisica costante;

  • Evitare il consumo eccessivo di lieviti;

  • Evitare di assumere cibi infiammatori, preferendo invece cibi ricchi di nutrienti per aiutare l’intestino a guarire e restare sano;

  • Integrare omega-3 ed acido linoleico che hanno proprietà anti-infiammatorie

  • Rispettare la crononutrizione prestando attenzione agli orari di assunzione die cibi.

  • Assumere alimenti ricchi di fibre, in quanto i batteri intestinali buoni sono in grado di fermentare le fibre e produrre acidi grassi a corta catena che a loro volta inibiscono alcuni enzimi che possono andare ad aumentare i processi infiammatori;

  • Utilizzare cibi fermentati.

Ovviamente, ogni protocollo alimentare deve essere personalizzato al quadro clinico del soggetto in questione, ricordando che la dieta è personalizzata e il ruolo dello specialista in nutrizione è essenziale prima di “fare di testa propria”!


 

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