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Giovedì, 28 Marzo 2024
Curarsi mangiando

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A cura di Francesco Garritano

Dieta e disfunzioni tiroidee: perché preferire una “dieta di segnale”

Hai problemi alla tiroidee e stai praticando una dieta ipocalorica?  Non è difficile darsi una risposta al perché la nostra tiroide funzioni male, colpa è l’alimentazione poco sana. In particolar modo, oggi voglio parlarvi deli danni provocati dall’ipocaloricità sull’asse tiroideo e dai benefici indotti, invece, da una corretta dieta di segnale. Buona lettura!

Cosa si intende per dieta di segnale?

Nelle prime righe del fiore all’occhiello del mio articolo avete letto tre tematiche di cui due vi sono ben note, ovvero tiroide e ipocaloricità, mentre sono sicuro che varrà la pena spendere qualche parola in più su “dieta di segnale”: vediamo di cosa si tratta. Si definisce dieta di segnale, ma non è una dieta per come intende la maggior parte delle persone, ovvero restrizione e sacrificio; si tratta di uno stile di vita, da intraprendere e da non abbandonare per la prevenzione di malattie ed il benessere psicofisico. Non prevede grammature, né chilocalorie, discostandosi dalle innumerevoli diete ipocaloriche, infatti, basa i propri principi sulla qualità del cibo che deve soddisfare la propria fame naturale, per cui a seconda delle necessità sarà il nostro organismo a decidere se abbiamo bisogno di un quantitativo maggiore o minore di cibo, ed inoltre mira al ripristino ed al benessere dei nostri assi ormonali fisiologici, stimolandoli correttamente mediante una precisa risposta ipotalamica.

I segnali sono gli ormoni, che agiscono all’interno dell’organismo legandosi ai recettori modulando le funzioni dell’organismo. È possibile, però, che questi segnali non funzionino correttamente e ciò succede ad esempio nelle disfunzioni tiroidee, in caso di ipo- ed iper- tiroidismo.

Ma come agisce la dieta di segnale sugli ormoni? Partiamo dal concetto che all’interno del nostro cervello (ipotalamo) vi è il nostro orologio biologico, che regola il flusso ormonale in base ai segnali che arrivano dalla periferia dell’organismo. Uno di questi, il più importante, è quello della leptina, un ormone che negli ultimi anni ha riscontrato sempre più importanza per il corretto funzionamento dell’organismo. Questa è secreta dal tessuto adiposo quando sono presenti alcuni elementi fondamentali, quali cibo di qualità, in quantità, costante attività fisica ed assenza di disturbatori della leptina, come picchi insulinici e stress. In presenza di questi, il tessuto adiposo riuscirà a secernere un flusso regolare di leptina, che agirà a livello ipotalamico, attivando tutti gli assi metabolici, fra i quali quello tiroideo.

Perché l’ipocaloricità fa male alla tiroide mentre la dieta di segnale apporta benefici?

Il funzionamento della ghiandola tiroidea è regolato anche dalla leptina, dunque è semplice capire quale sia la correlazione. Se mangiamo poco e male, la leptina non ha un flusso regolare non può attivare l’ipotalamo, rallentando il funzionamento della tiroide, generando una condizione di ipotiroidismo e rallentando anche il metabolismo, per cui tenderemo a mettere peso e la nostra temperatura corporea sarà più bassa del solito. Questo succede perché la ghiandola tiroidea, oltre che regolare il metabolismo, regola anche la temperatura corporea. Infatti, gli ormoni tiroidei, in base alla loro concentrazione prodotta, modulano la trasformazione dell’energia introdotta tramite il cibo: se la ghiandola funziona bene, l’energia del cibo verrà dispersa sotto forma di calore, mentre se siamo ipotiroidei, quindi l’ormone prodotto dalla tiroide è poco, a livello mitocondriale si formeranno molecole di ATP, che serviranno nella sintesi e quindi per l’accumulo di peso.

Quali sono i cibi da preferire se si segue la dieta di segnale?

Non esistono restrizioni caloriche, ma solo sui cibi spazzatura e pro-infiammatori che non fanno altro che peggiorare le condizioni di salute; infatti, se abbiamo detto che la dieta di segnale predilige cibo di qualità, allora è indispensabile rimuovere dalle proprie abitudini alimentari zuccheri, farine raffinate, grassi idrogenati, cibo spazzatura, fritture, cibi pre-fritti o precotti, che la maggior parte delle persone si ostina ancora a mangiare per la fretta di dover riuscire a far tutto nell’arco delle 24 ore; ma la carica dove la prendono queste persone? Dagli zuccheri semplici che ci fanno sentire dapprima euforici e subito dopo depressi quando cala il livello di glicemia? Ovviamente no, la carica la prendiamo dal mangiare bene e tanto a partire dalla colazione, che dovrà essere il pasto più importante della giornata. Infatti, la dieta di segnale segue la cronobiologia, quindi nella prima parte della giornata, che è il momento in cui vengono liberati gli ormoni del catabolismo (che bruciano), si deve mangiare maggiormente rispetto a quando prevalgono gli ormoni dell’anabolismo (che costruiscono), nella seconda parte della giornata, che stimolano l’acquisizione di peso; per cui si dovrebbe mangiare come facevano un tempo i nostri nonni: colazione abbondante, pranzo intermedio e cena leggera, scegliendo di mangiare ad ogni pasto tre elementi nutritivi: carboidrati integrali, proteine di qualità e fibre di frutta e verdura.

Per una tiroide sana attenzione anche a non andare in calo di micronutrienti!

Oltre ad adottare il metodo di segnale o anti-infiammatorio nelle patologie che coinvolgono la tiroide, anche altre accortezze devono essere prese in considerazione, sia per quanto riguarda la presenza di alcuni minerali, sia per quanto riguarda alcuni alimenti. Ad esempio, se un soggetto ipotirodeo consuma abitualmente la soia, il rallentamento della ghiandola si verificherà ugualmente, in quanto l’alimento limita sia l’assorbimento della levotiroxina sintetica, sia non permette una corretta sintesi degli ormoni tiroidei. Da assumere, invece, altri minerali come lo zinco, il selenio, il magnesio, insieme ai probiotici per il ripristino della flora batterica intestinale, importante per la corretta conversione dell’ormone da T4 a T3. Infine, sarà importante eliminare alcuni alimenti proinfiammatori, soprattutto in caso di patologie autoimmuni, che esacerbano i sintomi e peggiorano le condizioni del sistema immunitario ed intestinali. Troverete maggiori informazioni nell’articolo che parla di Tiroidite di Hashimoto e Morbo di Basedow.

Quindi, per ogni condizione fisiopatologica che coinvolge la tiroide è possibile scegliere la dieta di segnale, alla base di ogni piano alimentare che verrà adeguato in base alle esigenze ed alle condizioni di salute di ogni individuo.

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Dieta e disfunzioni tiroidee: perché preferire una “dieta di segnale”

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