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Venerdì, 29 Marzo 2024
Curarsi mangiando

Curarsi mangiando

A cura di Francesco Garritano

Obiettivo benessere: come affrontare il rientro (e non sgarrare) a tavola

Sempre più sono le persone che sorpassano il concetto di benessere per rimanere nella loro zona di comfort, ma è così difficile scegliere la via corretta? Buona lettura!

L’estate fa perdere di vista l’obiettivo benessere

Se scrivo questo articolo è perché mi rendo conto che dopo l’estate succede un caos con l’agenda degli appuntamenti, soprattutto i pazienti che hanno iniziato a giugno e luglio spesso non si ripresentano al controllo di settembre perché durante le ferie hanno perso di vista il loro obiettivo. La cosa che mi preoccupa di più, però, non sono le persone che hanno come scopo solo il dimagrimento, ma quelle che hanno da trattare una patologia, quali ad esempio la tiroidite di Hashimoto o la fibromialgia, sottoposti a maggiori restrizioni. Allora mi chiedo: “ci crediamo veramente in quello che facciamo?”

Ancor più rifletto quando mi trovo davanti a pazienti che cercano di ottenere qualche sgarro a settimana, senza pensare che in un percorso di detossificazione, se vogliamo che sia efficace dobbiamo farlo bene ed attenerci alle regole.

Atteggiamento da zona di comfort

Chi cade nel tranello del continuo sgarrare è proprio chi per tanto tempo è rimasto nella sua zona di comfort, ovvero quel luogo figurato in cui si sta bene con sé stessi, senza limitazioni, senza riflettere se è sbagliato o meno. Questo prototipo appena ha visto qualche via d’uscita, ovvero le ferie estive, ha mal pensato di ricominciare a mangiare come prima “tanto che sarà mai una settimana?”, ma non ha riflettuto su come gli zuccheri possano causare dipendenza e quanto possano danneggiare il percorso l’introduzione di alimenti che in quel preciso istante non andrebbero assunti.

Il problema delle patologie che cerco di trattare con l’alimentazione è l’infiammazione, se siamo infiammati stiamo male, accusiamo sintomi e, soprattutto, non dimagriamo. Ad infiammarci non è soltanto la sedentarietà alla quale siamo abituati quando andiamo in vacanza, ma anche alterare l’orologio biologico ed inserire nella nostra dieta carboidrati raffinati, zuccheri semplici, glutine e latticini se non previsti dal nostro piano alimentare.

La via giusta per il benessere

L’atteggiamento che avrei voluto vedere e che ho avuto il piacere di vedere in alcuni pazienti è stato il credere fortemente nel percorso che stavamo facendo insieme, non modificando il proprio stile di vita, non cadendo in tentazione ma solo aver “sgarrato” rarissime volte quando non se ne poteva fare a meno. Se capita un giorno non fa nulla, il giorno dopo si ricomincia come prima e ci si impegna ancor di più, ma se un giorno apre la strada a mesi, allora l’atteggiamento è proprio sbagliatissimo.

Vi invito a riflettere rispondendo voi stessi a queste domande:

  • Quanto credo nel percorso che sto facendo da 1 a 10?
  • Voglio continuare a star male oppure voglio trovare una soluzione al malessere?
  • È più importante la mia salute o soddisfare il palato con ciò che mi fa male?

È semplice capire, in seguito alle vostre risposte, chi è uscito o meno dalla zona di comfort.

Come scrivevo in uno dei miei precedenti articoli, esistono delle cattive abitudini che ci infiammano e potrete leggerle cliccando qui; vorrei farvi capire in questo mio articolo che se scegliamo il libero arbitrio e sottovalutiamo il problema, il nostro organismo ne risente: un corpo infiammato non reagisce come dovrebbe agli stimoli esterni e non svolge correttamente le sue funzioni fisiologiche, che sono tutte rivolte a spegnere il fuoco generato. Rifletteteci un po’ su: meglio un corpo in salute, subendo solo inizialmente qualche restrizione o un corpo malato che ostacola anche la nostra vita privata?

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