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Venerdì, 29 Marzo 2024
Delirio di vita

Delirio di vita

A cura di Lucilla Vianello

Cure chimiche o naturali? Un bel dilemma

La dott.ssa australiana Hulda Clark, dopo la pubblicazione del suo libro “The cure for all cancers” dovette scappare dagli Stai Uniti perché minacciata dai big dell’industria farmaceutica, in seguito alle sue rivelazioni sulla cura del cancro. Lei sosteneva che il principio attivo di una pianta, la Guanabana peruviana, distruggeva solo le cellule cancerogene senza danneggiare quelle sane come fa invece la chemioterapia.

Dopo aver letto molto su di lei e su altri dottori come Tullio Simoncini, o il dottor Hamer, considerati “pazzi” e che come lei ritengono fermamente che in natura esistano valide cure, devo dirvi che il dubbio un po’ mi è salito: quanto il tutto sia frutto di una strategia medica tra le industrie farmaceutiche e mediche. So che questo è un argomento stracombattuto da sempre tra la medicina naturale e quella chimica, ma in questo caso, sono rimasta molto colpita dal fatto che la Dott.ssa Clark sia dovuta addirittura scappare perché minacciata.

Nei primi decenni del ventesimo secolo investitori importanti come il gruppo Rockefeller in America, i Rothschild in Inghilterra e I.G. Fabern in Germania (oggi Bayer, Basf e Hoechst), iniziarono dopo il petrolio ad investire nel settore farmaceutico e, si sa, quanto il tutto dipendeva dalla brevettibilità delle medicine inventate. Poi, dopo, grazie ai mezzi di comunicazione di massa, è stato un attimo per loro assoggettare completamente l’opinione pubblica. Ad oggi il gruppo Rockefeller per esempio possiede oltre 200 ditte farmaceutiche. E possiamo solo leggermente immaginare di che cifre stiamo parlando. Di quali redditi. E in tutto questo le medicine naturali sono state schiacciate completamente anche perché sembrano non brevettabili.

Le statistiche, purtroppo, riguardo alla chemio terapia parlano chiaro: ogni 100 persone che si ammalano di cancro, 61 muoiono entro 5 anni dalla diagnosi. Le statistiche di sopravvivenza a 10 anni sono attorno al 10-15%.

Vero è che noi siamo talmente fissati che ingeriamo qualsiasi pillola ci viene prescritta, da un raffreddore a malattie ben più importanti affidandoci al primo medico il più delle volte. Medico che spesso “collabora” con case farmaceutiche.  Ma come fidarsi allora? Come avere il coraggio di seguire metodi alternativi? Per quanto mi riguarda non ho il coraggio di spostarmi dalla “tradizione”. Forse vigliacca o forse ignorante. Vorrei poter avere una laurea in medicina e una in biologia in modo tale da poter da sola far luce sulla cura migliore per me. Chissà…

Cure chimiche o naturali? Un bel dilemma

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