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Giovedì, 28 Marzo 2024
Dei diritti e delle pene

Dei diritti e delle pene

A cura di Alessio Scandurra

Droghe leggere: giusto o sbagliato non può essere reato

“Giusto o sbagliato, non può essere reato”. Questo probabilmente il più noto slogan antiproibizionista, tema di cui il 17 maggio si è discusso a Bologna durante l’assemblea nazionale dell’Associazione Antigone. La situazione sul tema nel nostro paese non è chiara. Drogarsi non è un diritto, e per il consumo sono previste sanzioni amministrative. Non sono invece previste sanzioni penali, che sono però previste per il traffico, la cessione ad altri o per la coltivazione. Nei fatti il confine tra consumo e spaccio è però un confine sfuggente, e le droghe sono comunque la principale causa di detenzione. Circa un quarto dei detenuti italiani è tossicodipendente, e oltre un terzo è in carcere per spaccio.

Carcere e droghe è dunque da noi un binomio inscindibile. Ma è un binomio sensato? Il carcere serve per contrastare il consumo, ed il mercato, delle droghe?

All’utilità del proibizionismo non crede quasi più nessuno. Lo hanno ribadito molte voci autorevoli, da ultima quella di Roberto Saviano. Il proibizionismo alimenta i mercati illegali, rafforza la criminalità, la quale a sua volta ha interesse che questo mercato si espanda il più possibile. L’interesse pubblico è ovviamente tutto il contrario, e per questo in molti paesi si sta imboccando la strada antiproibizionista. Legalizzare il mercato delle droghe significa togliere introiti alle mafie, sottoporre a controlli, anche sanitari, le sostanze in circolazione. Significa combattere l’illegalità, anziché alimentarla.  

L’abolizione da parte della Corte Costituzionale della legge Fini-Giovanardi, che trattava le droghe leggere esattamente come quelle pesanti, punendo ogni condotta connessa con pene pesantissime,  non è un primo passo in questa direzione. Abbiamo ancora una legislazioni proibizionista, solo che oggi le pene per droghe pesanti e droghe leggere sono nuovamente pene diverse. Ma questa sentenza è l’occasione per avviare un dibattito sul superamento del proibizionismo.

Vale la pena, per affermare con più forza che drogarsi è sbagliato, affrontare la cosa come se si trattasse di un reato? Indifferenti alle conseguenze, che sono l’esatto opposto di quello che tutti vorremmo? La risposta deve essere no. Giusto o sbagliato, non può essere reato.

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