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Martedì, 23 Aprile 2024
Leggere il mondo

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A cura di Chiara Cecchini

“Il suono del mondo a memoria”, intervista a Giacomo Bevilacqua

New York, la luce dorata dell’autunno, una sfida e una storia d’amore. Sono questi gli ingredienti di “Il suono del mondo a memoria” di Giacomo Bevilacqua (Bao Publishing), prima volta “a colori” dell’autore di “A Panda piace”. Il protagonista è Sam, giovane reporter che decide di vivere due mesi nella metropoli per eccellenza senza rivolgere la parola a nessuno e raccontare poi la sua esperienza in un articolo. La sfida di Sam e il suo isolamento forzato funzionano finché nelle fotografie in bianco e e nero che ogni giorno Sam scatta in giro per la città compare una misteriosa ragazza dai lunghi capelli. Completamente a colori. Chi è? Come fare a entrare in contatto con lei?

Come è nata l’idea di questo graphic novel newyorkese?

La cosa è nata dalla frustrazione. Ho vissuto due anni a New York e una volta tornato a Roma la frustrazione di non riuscire a mettere a colori quello che avevo visto. Avevo sempre lavorato in bianco nero. Questo mi ha spinto a riprendere in mano i libri e studiare la teoria del colore. La prima pagina che ho “partorito” è la numero 65. Non avevo mai colorato niente in vita mia, è stata la prima cosa in assoluto. E’ uscito fuori questo personaggio, insieme a uno scorcio della città e ho detto: “Voglio fare un libro su di lui, una storia che lo veda protagonista insieme a New York”. 

Quindi è nato prima il personaggio della storia?

Prima è nato il bisogno di raccontare una storia all’interno di quella città. Poi il resto è venuto da solo.

Questo è il tuo esordio a colori. Resterà confinato in queste pagine o tornerai a usarlo?

Il colore è una cosa che nel momento in cui inizi a studiarlo e ad applicarlo non te ne liberi facilmente. Pensi sempre a diversi modi per poterlo impiegare. La mia prossima cosa a colori uscirà nel 2017 e sarà un graphic novel per la Sergio Bonelli Editore: un horror di 130 pagine dal titolo “Lavender”. Uscirà sia in edicola sia in libreria. Nel 2017 uscirà anche la mia storia di Dylan Dog e anche quella sarà completamente a colori. Mi piace ancora tantissimo il bianco e nero e lo prediligo ancora: sono una persona estremamente pigra e il colore è una cosa che impegna moltissimo. Sei soddisfatto quando vedi il risultato finale sulla pagina ma il procedimento per ottenerlo è talmente lungo che mi fa venire l’ansia. Senza ansia però non lavorerei. 

Cosa dobbiamo aspettarci dopo “Il suono del mondo a memoria?”

Il mio percorso d’autore è particolare. Ho iniziato con delle vignette molto semplici in bianco e nero, quelle di “A Panda piace” nel 2008/2009. Quelle sono state le mie prime cose da autore, prima ero solo un disegnatore. Da lì è nato “Metamorphosis”, un urban fantasy di 300 pagine ambientato a Roma. Dopo di che c’è stata la storia lunga di "A Panda piace", “L’Ansia la mia migliore amica”, nella quale io prendo il personaggio e racconto una cosa la morte di mio nonno in una maniera umoristica, portando dentro personaggi con i quali abbiamo avuto, volenti o nolenti, a che fare in tutta la nostra vita. Ansia, pigrizia, creatività. Da qual punto in poi ho capito che c’era la possibilità per me di iniziare a narrare qualcosa di completamente diverso e questo è libro è davvero qualcosa di completamente diverso. Il mio obiettivo è non fossilizzarmi mai. Ogni mio fumetto è sempre diverso dal precedente. Se qualcuno mi dice: “Questo mi ha fatto schifo, mentre quello di prima mi è piaciuto”, io sono contento perché vuol dire che ho fatto una cosa diversa. Spero ovviamente che gli piacerà quello che scriverò dopo sennò a quel punto è dura (ride, ndr). 

Una volta hai detto: “Il fumetto per me è una terapia”. Cosa ti è rimasto di questo lavoro?

Per ogni mio volume di fumetti che faccio io racchiudo un macroargomento attorno al quale sviluppo la storia. In "Metamorphosis" è il cambiamento, narrato nel mio linguaggio. In "A Panda piace" c’è accettazione di una situazione. Ne “Il suono del mondo a memoria” c’è la consapevolezza del fatto che nella vita bisogna andare avanti e non rimuginare più sul passato. In genere queste cose vanno di pari passo con quello che io vivo nella mia vita. Andrebbero letti in maniera cronologica. Il suono è un altro pezzo di storia mia, ho parlato dell’amore e ho detto tutto quello che avevo da dire. 

Le regole sono importanti per te come lo sono per il tuo protagonista Sam?

Le regolo sono importantissime per me. Le seguo io ma le seguono anche i miei personaggi. E’ fondamentale, considerato anche la vita che faccio: mi sveglio alle 8 del mattino, lavoro da casa e poi vado a dormire. Senza regole starei tutto il giorno a giocare alla PlayStation o cazzeggerei o farei altro. Le regole e l’ansia mi tengono a galla. L’ansia mi dà le regole e le regole mi fanno vivere bene.

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