rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Leggere il mondo

Leggere il mondo

A cura di Chiara Cecchini

La famiglia Aubrey alla conquista del mondo

Ne “La famiglia Aubrey” di Rebecca West, prima parte di una trilogia che Fazi inizia ora a ripubblicare nella traduzione di Francesca Frigerio, non succede molto. Gli anni scorrono veloci senza quasi che il lettore se ne accorga e riga dopo riga le giovani protagoniste crescono e si scontrano con la vita, come racconta Rose, la voce narrante del romanzo. Lei, la sua gemella Mary, la loro sorella maggiore Cordelia e il fratellino più piccolo Richard Quinn sono i figli di una coppia stranamente assortita, il misterioso Piers e Clara, ex pianista dalle mani d’oro e dalla sensibilità esasperata. Sono il nucleo originale della famiglia Aubrey, trasferitasi a Londra dalla Scozia per seguire il nuovo lavoro giornalistico del capofamiglia, a cui si aggiungono poi altri personaggi imparentati e non.

Ogni pagina, anche la più lieve e meramente descrittiva, ha la forza dell’intelligenza, dell’ironia, della causticità della sua autrice, donna raffinata e anticonformista, definita «un incrocio tra una donna di servizio e una zingara, ma più tenace di un terrier» dall’amica Virginia Woolf. Nel primo volume di questa saga famigliare autobiografica si mescolano vertiginosamente generi diversi: c’è il romanzo di formazione, il racconto soprannaturale con tanto di Poltergeist, il giallo giudiziario, ma ci sono anche piccoli tocchi dickensiani e atmosfere che richiamano la semplicità e l'intimità della casa della famiglia March di "Piccole donne". La narrazione procede placida, si prende il gusto di fermarsi per descrivere minuziosamente un singolo episodio apparentemente insignificante o riportare una conversazione filosofica sull'interpretazione musicale e quasi senza rendersene conto i componenti della famiglia Aubrey entrano sempre di più nella mente del lettore, palpitanti e complessi. 

Rose osserva con i suoi occhi di bambina i suoi coetanei e soprattutto gli adulti, i loro stati d’animo (e le loro stranezze), concentrandosi su piccolissimi dettagli rivelatori con una precisione d'analisi quasi chirurgica. Su tutto però aleggia, anche nei momenti più drammatici, una deliziosa levità e un impareggiabile senso dell'umorismo. E poi c’è la musica, raramente raccontata in maniera così coinvolgente.

Il segreto di ogni grande musicista è far sembrare facile e naturale un'esecuzione dietro la quale ci sono anni di studio e dedizione. E Rebecca West riesce in questo: suona la propria partitura senza virtuosismi esasperati, lasciando che lo spettatore rimanga a bocca aperta battuta dopo battuta grazie alla straordinaria accuratezza e all'espressività del suo tocco.. 

Tra una conversazione davanti a una tazza di tè e una lezione di pianoforte, le tre ragazze Aubrey si trovano ad affrontare il passaggio dall’infanzia all’età adulta in un mondo in evoluzione, sorrette ma al tempo stesso limitate dai loro eccentrici e dotati genitori, con i quali formano un organismo a parte, che difficilmente riesce a interagire con l’esterno. Non mancano le tensioni interne, acuite da differenze caratteriali - la ribelle Cordelia, tanto bella quanto incapace musicalmente in una famiglia di geni musicali, si scontra un po’ contro tutti - i problemi economici, gli interventi esterni.

Il romanzo si chiude con una sparizione improvvisa, un sogno infranto e le ragazze Aubrey che si apprestano a prendere il loro posto nel mondo. Piccole donne crescono nella Londra dei primi anni del Novecento. Cosa sarà di loro?

Si parla di

La famiglia Aubrey alla conquista del mondo

Today è in caricamento