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Venerdì, 19 Aprile 2024
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A cura di Action Aid

Action Aid, al via il progetto AFTER contro le mutilazioni genitali femminili

Italia, Spagna, Belgio, Svezia e Irlanda: sono questi i Paesi europei nei quali verrà portato avanti il progetto AFTER di ActionAid, finanziato dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell’Unione Europea. L’obiettivo è quello di coinvolgere le comunità migranti in un percorso di sensibilizzazione e empowerement che miri a contrastare e prevenire la pratica delle mutilazioni genitali femminili.

Questo grave fenomeno è ancora molto diffuso: si parla di almeno 200 milioni di ragazze e donne in 30 paesi del mondo. Un problema che riguarda anche l’Europa: secondo il Parlamento Europeo, sarebbero 500mila le donne che hanno subito mutilazioni che vivono nel continente e 180mila le donne a rischio. Sebbene siano vietate in molti paesi dell’Unione Europea, le mutilazioni genitali colpiscono bambine e giovani donne migranti che spesso rischiano di subirle quando tornano nel loro Paese di origine, durante periodi di vacanza per visitare i parenti. Il progetto AFTER cerca di intervenire proprio per contrastare questa dinamica, attraverso percorsi e metodologie già sperimentati da ActionAid in Africa.

Nonostante i limiti della modalità statistica adottata, anche il governo italiano ha tentato di quantificare il fenomeno nel nostro Paese: l’unica stima esistente risale al 2009, secondo cui in Italia sono 35mila le donne che hanno subito mutilazioni genitali. Sforzi recenti di giungere a una stima il più possibile attendibile da parte dell’Università Bicocca hanno mostrato che nel 2010, solo in Lombardia, vivevano circa 27mila donne che hanno subito mutilazioni genitali, mentre in Italia il numero era di 57mila (dati pubblicati nel 2016 relativi al 2010).

Il progetto AFTER è stato presentato ieri a Milano, durante una conferenza alla quale hanno partecipato diverse esponenti di associazioni e enti che si occupano di mutilazioni genitali femminili: Sadia Abdi Allin, Direttrice di ActionAid in Somaliland, dove lavora quotidianamente con il suo team per mettere in atto misure di contrasto alle mutilazioni genitali femminili, che interessano il 97% delle donne del Paese;  Rossana Scaricabarozzi, di ActionAid Italia che ha illustrato il progetto; Livia Ortensi, demografa presso il dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano Bicocca, che nel 2010 ha partecipato all’Indagine promossa da Eupolis sulla popolazione a rischio di mutilazioni genitali femminili; Barbara Grijuela, Responsabile “Centro Salute e Ascolto per le donne straniere e i loro bambini”, dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Santi Paolo e Carlo di Milano; Selma Ghrewati, Coordinatrice “Progetto Aisha” di contrasto alla violenza e alla discriminazione contro le donne.

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Per affrontare un fenomeno complesso come quelle dello mutilazioni genitali femminili, è necessario cooperare e condividere buone pratiche per costruire interventi efficaci. Grazie al lavoro in rete con associazioni locali, saranno mappati i servizi e le politiche esistenti per contrastare le mutilazioni e saranno implementati percorsi di sensibilizzazione ed empowemrent rivolti a donne e ragazze, focalizzati in particolare sul loro diritto all’integrità fisica. Sono inoltre previste attività di campagna rivolte alle istituzioni, con raccomandazioni per migliorare gli interventi di prevenzione e contrasto al fenomeno.

Oltre ad ActionAid Italia, gli altri partner del progetto AFTER sono ActionAid Irlanda, ActionAid Svezia, Fondazione Simetrias e l’Università di Castiglia-La Mancia in Spagna, e Respect for Change in Belgio.

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