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Venerdì, 29 Marzo 2024
LibeRIscatti

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A cura di Action Aid

L’asilo che non c’è: una fiaba dal finale ancora da scrivere

C’era una volta una città, con tre asili nido che ogni giorno accoglievano migliaia di bambini. I bimbi ascoltavano fiabe e giocavano nel giardino. Oggi quegli asili nido non esistono più: le voci delle maestre non raccontano più di fate e cavalieri e nel giardino scolastico i giochi sono abbandonati all’incuria e alle erbacce. 

Tutto questo non è frutto della penna fantasiosa di qualche scrittore per infanzia ma è la realtà. Accade a Reggio Calabria, dove dall’autunno 2013 tutti gli asili nido pubblici sono chiusi. Oggi circa 4mila bambini sotto i tre anni non possono beneficiare di un servizio pubblico fondamentale per la propria educazione e per la conciliazione dei tempi vita – lavoro delle famiglie: molte donne sono state, per forza di cose, obbligate a lasciare il proprio impiego e intere famiglie hanno dovuto trovare dei modi alternativi per affrontare la grave carenza dei servizi dedicati all’infanzia nella città di Reggio Calabria.

Prima è stata la volta delle strutture pubbliche di Archi e Gebbione e infine, nel settembre 2013, anche l’asilo aziendale del CeDir ha chiuso i battenti. Spiega Eleonora Scrivo, Referente Territoriale di Reggio Calabria per ActionAid Italia:

Il nostro paese è in evidente ritardo rispetto agli obiettivi stabiliti dalla Strategia di Lisbona. In Italia, la copertura media del servizio è di circa il 13.5%, la Calabria è l'ultima regione in termini di copertura della domanda di servizi pubblici alla prima infanzia, con un tasso del 2,1% , dato che si fa ancor più grave per la città di Reggio Calabria, la cui offerta pubblica del servizio è attualmente pari a 0.

Per portare all’attenzione delle istituzioni locali e nazionali la drammatica situazione degli asili pubblici a Reggio Calabria, nei mesi scorsi ActionAid ha promosso la campagna di raccolta firme "Chiediamo Asilo" che ha collezionato circa 6mila adesioni, finalizzate a chiedere alle istituzioni la riapertura degli asili pubblici, oppure l'istituzione temporanea di forme alternative di asili nido, in attesa di provvedimenti definitivi. Partendo da questo consenso, l'associazione non governativa, sostenuta dalla Rete delle Associazioni e dai genitori dei bambini, ha inoltre chiesto alle istituzioni una gestione trasparente e più responsabile delle risorse, chiedendo che sia garantita una più ampia partecipazione dei rappresentanti delle famiglie alla fase di attuazione del piano dei servizi all'infanzia. Una prima significativa risposta da parte della triade commissariale che ha amministrato la città fino al 26 ottobre 2014, giorno delle ultime elezioni amministrative, è arrivata  il 25 febbraio 2014, con una delibera che autorizzava  la presenza dei genitori al tavolo di lavoro e nelle gare d'appalto sugli asili. 

Racconta una mamma di Reggio:

Mio figlio ha frequentato l’asilo CeDir dal settembre 2010 fino alla sua triste chiusura. Posso testimoniare quale sia la perdita avuta dalla città. Locali e arredi a misura di bambino, un servizio ottimo gestito da cooperative esterne, ma sempre garantito dagli uffici comunali, realtà virtuose non facili da trovarsi nel privato, soprattutto in una città poco attenta come Reggio dove spesso le norme si aggirano. Ma a Reggio Calabria non ci sono più soldi. E allora gli asili si chiudono. È con amarezza che scrivo questa lettera, perché trovo ingiusto che si chiudano i servizi all’infanzia e ancor più nel silenzio, senza che nessuno o pochi ne siano a conoscenza. I soldi non ci sono e a pagare sono le generazioni future a partire dalla nascita, da quei servizi loro negati. Che futuro ha una città che non può prendersi cura dei più piccoli?

Alla vigilia delle elezioni amministrative 2014, che hanno proclamato Giuseppe Falcomatà nuovo sindaco di Reggio Calabria, alcuni candidati hanno provato a rispondere a questa domanda e, accentando l’invito di ActionAid, hanno registrato dei video messaggi, attraverso i quali hanno sostanziato il proprio impegno a favore degli asili nido reggini e la relativa gestione delle risorse per far fronte al problema.


Per far ripartire l’Italia occorre rafforzare tutto il comparto dell’istruzione, come indicato negli appunti di ActionAid su “La buona Scuola”, il documento elaborato dal Ministero dell’Istruzione e dal Governo, che mira a trasformare il mondo della Scuola, dotandola di un “meccanismo permanente di innovazione, sviluppo, e qualità della democrazia”. L’augurio è che il paese torni a pensare ai bambini, ai cittadini di domani e al loro futuro, in modo da scrivere un lieto fine per la fiaba degli asili di Reggio Calabria e di tutte le scuole italiane.

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