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Giovedì, 25 Aprile 2024
LibeRIscatti

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A cura di Action Aid

Tifa per te…e per i tuoi sogni

MILANO - Occhi pieni di grinta e tenacia, che guardano dritti al futuro: sono quelli dei protagonisti di Tifa per te, il progetto di ActionAid, Fondazione Adecco per le Pari Opportunità, Unione Italiana Sport per Tutti (UISP) e la Cooperativa Lo Scrigno Onlus, rivolto a ragazze e ragazzi fra i 15 e i 19 anni, del quartiere Gratosoglio e dintorni, che non studiano e non lavorano. 

Ieri mattina, la Cariplo Factory ha ospitato l’evento conclusivo del progetto che è stato inserito nell’iniziativa  “Buon compleanno Fondazione Cariplo”,  attraverso la quale la Fondazione intende mettere insieme alcuni progetti finanziati nel corso degli anni, in occasione dei suoi 25 anni di attività.

Finanziato da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, l’obiettivo di Tifa per te è quello di favorire, attraverso lo sport, l’inclusione sociale dei gruppi di giovani delle zone periferiche di Milano che vivono situazioni di marginalizzazione e disagio familiare, economico e sociale. I partecipanti si sono cimentati con il basket, il judo e il calcio e, parallelamente, hanno seguito dei percorsi di empowerment e di formazione, attraverso i quali hanno imparato a scrivere un cv, a sostenere un colloquio ma soprattutto a capire che direzione dare al proprio futuro.

Dalla discussione in sala è emerso che uno degli aspetti vincenti del progetto è  la sua struttura che, vedendo l’alternarsi di attività sportive e sessioni in aula, porta i partecipanti a capire meglio chi si sono, che futuro vorrebbero e cosa devono fare per raggiungerlo. 

“Grazie a Tifa per te sono tornata a studiare. Ora frequento l’Università Cattolica di Milano e voglio diventare un’educatrice. Il progetto mi ha aiutato a scegliere cosa vorrei fare in futuro oltre ad avermi dato informazioni importantissime sul come cercare lavoro o presentarmi al meglio ad un colloquio”, ha dichiarato S. una delle ragazze partecipanti al progetto.

“Prima ero un ragazzo perso, “di strada”, aggressivo – ha aggiunto M. di 18 anni – Adesso sono cambiato, ho capito come affrontare i problemi: non con la violenza ma con il linguaggio perché la violenza è il modo di esprimersi solo di chi non sa parlare. Grazie allo sport, inoltre, ho capito cos’è davvero un lavoro di squadra: rispettare sempre l’altro”.

Oltre alle attività di supporto ai giovani NEET (Not in Education, Employment or Training), i partner del progetto hanno portato avanti iniziative nelle scuole del quartiere, al fine di prevenire la dispersione scolastica. Sono stati elaborati dei materiali ludico-didattici per promuovere azioni di integrazione e inclusione sociale attraverso lo sport e di decostruzione degli stereotipi di genere. I giovani del progetto, insieme agli abitanti del quartiere e ad altri coetanei, hanno poi realizzato delle attività di progettazione condivisa per un primo esperimento di riqualificazione partecipata di un campetto di basket della zona.

Più di 250 ragazzi e ragazze sono stati coinvolti negli eventi sportivi realizzati nel quartiere; 100 studenti fra i 10 e gli 11 anni  hanno preso parte alle attività didattiche a scuola e 20 in orario extrascolastico; 40 giovani sono stati inseriti nel percorso Lavoro di Squadra dedicato ai NEET: in media, 3 su 4 si sono riattivati (hanno trovato lavoro, cominciato un tirocinio formativo, sono tornati a scuola, si sono iscritti all’Università, hanno seguito dei percorsi formativi o professionali).

All’evento di ieri mattina sono riusciti ad essere presenti una ventina di partecipanti del progetto: gli altri, erano al lavoro o a scuola, impegnati a costruire un futuro che fino a pochi mesi fa sembrava inimmaginabile.

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