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Venerdì, 29 Marzo 2024
LibeRIscatti

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A cura di Action Aid

Un’app contro la violenza di genere: lo smartphone che protegge le donne

Sono drammatici i numeri della violenza sulle donne in Cambogia. In un paese in cui l'indice di disuguaglianza di genere è dello 0,505 - dove lo 0 indica la completa uguaglianza tra i generi e l'1 la totale diseguaglianza - ben oltre il 50% delle ragazze tra i 18 e i 24 anni è stata vittima di violenza almeno una volta nella vita. Che sia psicologia, fisica o sessuale non fa differenza, le percentuali sono tristemente analoghe per la fascia di età 14-17 anni. Inoltre, l'8% degli uomini ammette di aver compiuto atti di violenza sessuale su donne che non fossero loro partner e la percentuale per gli stupri collettivi è del 5%.

In questo difficile contesto, ActionAid ha avviato anche in Cambogia la campagna internazionale “Safe cities”  che mira a fermare la violenza contro le donne nelle città, lottare contro l'impunità di coloro che commettono violenze e fornire alle donne dei servizi pubblici sicuri che rispondano alle loro esigenze. Tutto questo, per costruire delle città più sicure per donne, ragazze e bambine. 

Nel quadro delle attività previste da Safe cities, ActionAid Cambogia sta promuovendo un progetto che, attraverso l’utilizzo di internet e  degli smartphone, possa aiutare le donne in situazioni di pericolo. Il 6 febbraio 2015, Rachana Brunn, Responsabile programmi di ActionAid Cambogia, è stata insignita del premio VXW, come riconoscimento all'approccio innovativo  promosso da ActionAid nell'affrontare la problematica della violenza contro le donne.

L’idea è quella di creare applicazioni per smartphone in lingua Khmer che consentano alle donne di segnalare eventuali situazioni di pericolo e che, attraverso un sistema di localizzazione, permettano di tracciare una mappa dei luoghi più rischiosi, in modo da spingere il governo ad intervenire specificatamente in quelle zone per preservare l’incolumità delle donne. Spiega Rachana Brunn:

Attraverso  l'assistenza che ci sarà messa a disposizione, vogliamo lavorare insieme a una squadra di tecnici per creare una app per smartphone con funzionalità multiple, come notifiche, un sistema di segnalazioni anonime ed altro ancora – ha dichiarato Rachana Brunn -  La speranza è che tutto ciò possa consentire alle donne di segnalare e ricevere un aiuto immediato, nel momento del bisogno, quando stanno affrontando una minaccia anche solo potenziale, o quando la minaccia diventa abuso, soprattutto in luogo pubblico

Anche in Italia ci sono esempi che vanno in questa direzione. SecurWoman è un app che offre l'assistenza di una centrale operativa in grado di identificare la nostra posizione grazie al cellulare. Basta tenere premuto il tasto sentinella dell’app o scuotere lo smartphone, per entrare in contatto con la centrale operativa.

Rachana non si illude che la tecnologia  possa risolvere il problema della violenza di genere ma è convinta che essa potrà velocizzare il processo di risoluzione. Tale strumento andrà accompagnato da iniziative e campagne che mirano ad intaccare convenzioni culturali e sociali che da tempo relegano le donne ai margini della società cambogiana. Se prima il problema della violenza di genere era circoscritto alle campagne, ora, in conseguenza dei flussi migratori, si è spostato nelle città. Soluzioni disegnate per un contesto rurale potrebbero qui dimostrarsi totalmente inefficaci: diverso infatti è il ruolo della donna, spesso lavoratrice non tutelata, così come diverse sono le situazioni di pericolo cui si espone. 

Qualunque sia il contesto, l’importante è agire per fermare questo ingiusto e terribile fenomeno. In Cambogia, come in India, come in Italia, al fianco delle donne e della loro dignità.

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