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Venerdì, 19 Aprile 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

Le automobili non bevono il caffè

In questi giorni imperversa a lato della ormai solita Expo, una nuova polemica sulle opere autostradali circostanti. Dopo la famosa Bre.Be.Mi. su cui il traffico continua a non esistere, è spuntata adesso la Pedemontana, altrettanto inaugurata in pompa magna con taglio di nastri dopo anni di attese. Ma subito, entusiasticamente evitata dagli automobilisti: di traffico non ce n'è proprio, o quantomeno ce n'è solo una frazione di quello calcolato dagli “studi” serviti per chiedere i finanziamenti. Se ne è accorto (alla buon'ora) anche il Corriere della Sera, che nell'edizione milanese apre con un editoriale di condanna perentoria della politica autostradale padana, passata e presente, indicando il tracollo dei mozziconi e segmenti già realizzati, come semplice sintomo di un tracollo più generale del territorio e delle sue economie, se si proseguirà su quella strada. Quello che forse l'organo di informazione della borghesia produttiva coglie soltanto in parte, è sino a qual punto quelle autostrade rappresentino solo la punta più visibile dell'iceberg di sviluppo automobilistico in senso lato, al quale tutto o quasi tutto sta appiccicato.

Ovvero, le economie direttamente collegate, dal settore petrolifero al comparto trasporti, ma anche quelle apparentemente più indipendenti come l'edilizia, la valorizzazione immobiliare, la stessa agricoltura almeno nelle forme che ha assunto nei territori della dispersione. Tutto ruota attorno all'auto, compreso il nostro immaginario che finisce per orientare tantissime scelte poi cruciali per il proseguimento o meno del circolo vizioso. Pensiamo a tutte le battaglie all'ultimo sangue combattute da residenti e commercianti contro le piste ciclabili: cosa altro sono, se non un incredibile svarione, tale da attribuire all'auto un ruolo taumaturgico ed essenziale nella nostra vita? In pratica, sempre e comunque, abitanti ed esercenti di via ritengono che la classica striscia rossa del percorso riservato ai ciclisti recida un loro diritto al cordone ombelicale, nella classica triade spazio privato + spazio privato + spazio privato in cui immaginano si articoli l'esistenza. Questi tre spazi privati sono la casa, l'abitacolo dell'auto, e la destinazione finale di servizio o commercio o altra abitazione. Metterci in mezzo qualcosa, è bestemmia pura. Questa spiegazione tutta psicologica, ovviamente, è diversissima da quella che danno invece nelle vocianti assemblee gli interessati, a volte molto ascoltati dagli amministratori eletti che ne agognano il voto.

Cosa sostengono per esempio quasi tutti i panettieri, baristi, edicolanti, ferramenta di una strada? Che la loro clientela va lì in auto, da sempre e per sempre, che ostacolare quel flusso, o addirittura introdurre un elemento di rigida discontinuità come la ciclabile, vuol dire condannare a morte il commercio. Beh, nonostante tutto, pare scientificamente dimostrato che sono tutte sciocchezze, frutto di un immaginario perverso, affumicato da decenni di scarichi inquinanti che ottenebrano il giudizio. Si sono ormai accumulati decine, centinaia di studi empirici di verifica a confermare una verità abbastanza ovvia: non sono le automobili a bere il caffè, desiderare un paio di scarpe, far scorta di bigiotteria per la stagione, ma le persone in carne ed ossa. Persone in carne ed ossa che non solo possono liberamente scegliere di raggiungere il bancone e la cassa senza usare l'automobile, ma di solito lo fanno molto volentieri. Le ricerche infatti, condotte in infinite vie di infinite città di ogni parte del mondo, raccontano che limitando e governando il flusso delle auto, sia con le pedonalizzazioni che con le piste ciclabili che con altri mezzi, confermano e ribadiscono: i negozi fanno più affari, non meno. In fondo bastava pensarci un istante, e provare a disintossicarsi da quella sbronza di benzina, che fa malissimo. Respiriamo un po' di aria fresca, prima di berci un caffè al bar.

Sul sito la Città Conquistatrice molti altri articoli dedicati alla mobilità nei suoi rapporti con lo spazio urbano

Una rassegna delle principali ricerche internazionali sul rapporto fra ciclabilità e vitalità commerciale, è quella proposta da The Atlantic City Lab
 

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