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Sabato, 20 Aprile 2024
Città conquistatrice

Città conquistatrice

A cura di Fabrizio Bottini

Milano e la "Transizione Ambientale"

Che in qualche modo «l'ambientalismo non è né di destra né di sinistra» lo conferma la parabola politica di due noti personaggi apparentemente assai integrati dentro una cornice di conservatorismo liberale: Arnold Schwarnenegger e Micheal Bloomberg, entrambi eletti con un solido e convinto voto dei Repubblicani e del circuito di opinione che gli fa da sostegno, ma gradualmente migrati in rotta di collisione con i medesimi interessi e orientamenti. Di Terminator Schwarzenegger (peraltro ancora transumante dentro quell'orrendo suo Hummer SUV simbolo di emissioni) voglio ricordare tra l'altro l'appoggio incondizionato a provvedimenti statali della California come la cosiddetta SB375, una legge che legava sistematicamente le erogazioni statali alle amministrazioni locali alla redazione di «Piani territoriali di contenimento delle emissioni», scientificamente monitorabili nella loro attuazione. Ovvero non semplicemente divieti di auto inquinanti, o incentivi per le elettriche, o magari per la mobilità dolce, ma un vero approccio complesso e integrato: i gas alteranti del clima sono emessi da attività umane organizzate in un certo modo sul territorio, ed è su quella organizzazione che occorre lavorare. Quindi meno dispersione, meno distanze da coprire da casa al lavoro o a scuola o ai servizi, edifici meno impattanti, e giù giù più composizione funzionale anziché segregazione, o più spazi collettivi multiuso, più agricoltura urbana … Il contributo specifico del Sindaco di New York Micheal Bloomberg, pure eletto dai Repubblicani, è più definibile, un Piano Strategico denominato in sigla PlaNYC.

PlaNYC ovvia contrazione di Plan for New York City è il frutto di una iniziativa che parte operativamente dal 2007 e in una prospettiva di aumento di abitanti di ben un milione: ha obiettivi economici, climatici, e di qualità dell'abitare. Taglia trasversalmente competenze tecniche e amministrative urbane abituate a lavorare da sole nei propri settori, oltre a coprire idealmente un territorio più vasto di quello cittadino in senso stretto. Dieci le tematiche individuate: Casa e quartieri; Verde e spazio pubblico; Bonifica e riqualificazione; Acqua; Aria; Energia; Mobilità; Gestione rifiuti; Emissioni. Di massimo rilievo la figura del coordinatore operativo del Piano: il Vicesindaco con delega all'Economia, che dà il segno sostanzialmente per nulla «di sinistra» e forse nemmeno tradizionalmente progressista all'operazione, fermo restando che man mano si sviluppano gli aspetti e i programmi operativi, la questione sociale (ben diversa dalla ricerca del consenso) emerge come importante e condizionante. E con la chiusura formale di PlaNYC nel 2015, ma non del processo in sé, proseguito in qualche misura dall'amministrazione De Blasio proprio rafforzando gli aspetti sociali, arriviamo a Milano e alla sua «Transizione Ambientale».

Il recente non-rimpasto di Giunta con redistribuzione delle deleghe tematiche, ha visto il Sindaco Beppe Sala (usando le sue parole) «accorpare le deleghe relative alla Transizione Ambientale e prenderle direttamente in carico. Ecologia e sostenibilità continueranno a guidare le nostre scelte - dalla mobilità all'urbanistica - con l'obiettivo di disegnare un progetto sociale più responsabile e consapevole per la Milano del 2030 e oltre». Gli strettissimi rapporti del Sindaco di Milano con C40, la rete globale ambientale di città fondata proprio da Bloomberg, sono noti e ribaditi. Ci sono addirittura due ex assessore (quella all'Urbanistica e alla Mobilità) newyorchesi che collaborano a progetti cittadini di trasformazione partecipata. Esiste dunque la forte probabilità che questo avocare a sé le tematiche di Transizione Ambientale preluda a un processo/progetto in qualche modo analogo a PlaNYC, di cui certamente si avverte l'esigenza, sia in termini locali metropolitani e regionali, sia come modello per altre città italiane afflitte da problemi analoghi. I quali problemi analoghi non sono genericamente l'ambiente, il clima, la sostenibilità confusamente chiacchierata, ma la capacità di operare trasversalmente superando interessi di partito e corporazione, ovvero il cosiddetto «non è mia competenza» che separa le pur ottime intenzioni da pessime azioni sul territorio e la società. Resta solo da capire, a Milano, quale sarà il tema portante della strategia, e quanto si sbilancerà sul versante progressista/sociale, lo scopriremo una volta varato questo misterioso «Settore Transizione Ambientale», forse dopo l'estate.

La Città Conquistatrice – Cambiamento Climatico

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