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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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A cura di Massimiliano Dona

Banche, l'arbitrato di Cantone e i risarcimenti per i risparmiatori

In tempi non sospetti, prima del crack di Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti e dell'intervento del Governo, nel silenzio generale, avevo definito la direttiva sul bail-in "una vergogna nazionale ed europea". Com'è possibile, mi domandavo, che anche i correntisti siano chiamati a pagare per il salvataggio di una banca? Allora dovrebbero avere un loro rappresentante nel Consiglio di amministrazione della banca, diritto d'intervento e di voto nelle assemblee, scegliere l'amministratore delegato, approvare il bilancio, partecipare agli utili.

La Direttiva sul bail-in è sbagliata perché parte dal presupposto che le banche si possano salvare separando good bank da bad bank e facendo pagare il costo dell'operazione ai risparmiatori. Non tiene conto di quanto accaduto in passato: le banche vanno salvate in primo luogo per evitare le corse allo sportello, come durante la crisi del '29. Una banca non è salva se non si salvano anche i soldi dei suoi clienti, senza i quali un istituto è una scatola vuota, senza contenuto. Se viene meno la fiducia del mercato si producono rischi di natura sistemica.

Semmai il problema è chi deve salvarle: ci piacerebbe che a pagare siano in primo luogo gli amministratori, i sindaci ed i revisori dei conti che hanno portato al fallimento dell'istituto, poi le altre banche. E, perché no, non sarebbe male se a pagare fossero gli stessi organi di vigilanza che il fallimento dovrebbero prevenirlo, ossia Bankitalia e Consob. Siamo certi che i controlli diventerebbero improvvisamente più seri.

L'Unione Nazionale Consumatori, ha già raccolto migliaia di casi, continua ad offrire assistenza e presto si costituirà parte civile nei processi penali a carico degli amministratori (ecco lo sportello dedicato), ma per rassicurare i risparmiatori il Governo deve subito lanciare segnali ben precisi: vietare il collocamento di strumenti finanziari particolarmente rischiosi, come le obbligazioni subordinate, presso i clienti retail; separare banche commerciali da banche d'affari; rafforzare i poteri degli organismi di controllo.

E soprattutto si devono risarcire i risparmiatori tradite dalle quattro banche popolari: il Fondo di 100 milioni approvato con la Legge di stabilità per risarcire gli obbligazionisti di Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti non è nemmeno sufficiente a indennizzare duemila persone. Gli azionisti sono stati dimenticati, come se fossero i furbetti del quartierino e non famiglie truffate al pari degli obbligazionisti. E non è tutto: ecco le proposte dell’Unione Nazionale Consumatori perché l’arbitrato di Raffaele Cantone funzioni a dovere!

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