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Giovedì, 28 Marzo 2024
AAA... acquisti

AAA... acquisti

A cura di Massimiliano Dona

C'è olio e olio, ma basta con le bufale mediatiche.

Come sempre accade quando ci si avvicina a periodi di festa che promettono di portare sulle nostre tavole grandi quantità di prodotti, non mancano annunci e polemiche da parte degli agricoltori circa le difficoltà produttive, oggi dovute al maltempo, domani a qualche virus che ha attaccato le coltivazioni.

Non so se così facendo si vogliono preannunciare rincari o semplicemente combattere per gli interessi della propria categoria. Quel che è certo è che si fa disinformazione verso i consumatori!

Faccio un esempio: in questi giorni si parla molto dei guai che hanno afflitto i nostri oliveti e che hanno portato a una drastica riduzione della produzione italiana dell’olio extravergine di oliva. I dati parlano della riduzione di almeno un terzo rispetto agli anni precedenti a causa della “mosca” e delle avverse condizioni climatiche. Nessuno dice, però, che, anche nelle annate favorevoli, l’olio italiano prodotto non è sufficiente a coprire i fabbisogni nazionali e delle esportazioni. Bisogna aggiungere che per avere la certezza di consumare olio italiano, la sola possibilità è quella di acquistare quello a Denominazione di Origine Protetta (DOP), quello di Origine Geografica Protetta (IGP) o quello biologico certificato.

Certo sappiamo che c’è una differenza tra l’olio di produzione industriale e quelli DOP e IGP che consiste essenzialmente in una maggiore presenza di vitamine ed antiossidanti in questi ultimi, ma bisognerebbe anche aggiungere che i processi di lavorazione industriali consentono di eliminare molti difetti, ma soprattutto di rendere sicuri gli oli.

Ovviamente la qualità degli oli DOP e IGP comporta un prezzo decisamente più elevato rispetto agli oli industriali; paradossalmente quindi gli oli di maggiore qualità stentano ad essere venduti, mentre quelli “commerciali” sono più facilmente assorbiti dai mercati. Questa situazione mette in difficoltà i nostri produttori di oli DOP e IGP ed ecco perché scatta la disinformazione!

Una strategia messa in atto per fronteggiare la concorrenza è quella di denunciare con veemenza l’importazione di olio “straniero” lasciando intendere che sia meno sicuro. Purtroppo però la nostra produzione è nettamente insufficiente per far fronte alla richiesta dei circa 12 kg di olio a persona l’anno e anche senza le criticità di quest’anno, l’importazione diviene una necessità ed è sbagliato dire che si tratta di alimenti da non acquistare.

Sarebbe forse meglio dire con grande chiarezza che tutto l’olio presente nei negozi o nei supermercati è privo di pericoli sanitari, indipendentemente dalla sua origine geografica. Si dovrebbe anche aggiungere che i DOP gli IGP (lasciamo per ora da parte il “biologico” che meriterebbe un discorso a sé…) hanno un valore qualitativo aggiunto e per questo hanno un prezzo più elevato.

Sarà poi il consumatore correttamente informato e in base alle proprie disponibilità finanziarie a fare le scelte più adatte a lui e alla sua famiglia. Ma smettiamola con il piagnisteo e le sterili denunce, perché nel mercato servono a ben poco (e non vale solo per l’olio, ma per molti alti prodotti). So per certo, invece, che fanno male alla consapevolezza dei consumatori.  

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