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Giovedì, 18 Aprile 2024
AAA... acquisti

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A cura di Massimiliano Dona

Comprare un'auto e il dilemma degli incentivi

Secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero dei Trasporti, saremmo al quinto mese consecutivo in cui il mercato dell'auto registra una crescita, seppur modesta. In realtà c’è poco da ridere: non solo questa “ripresina” si sta già affievolendo, ma va anche considerato che si accentua il calo delle vendite alle famiglie, l'indicatore più significativo dello stato di salute del mercato. Senza dire, poi, che i dati delle immatricolazioni non sono quasi mai attendibili: talvolta sono dopati dal rinnovo delle flotte (dalle auto aziendali a quelle del noleggio), in altri casi gioca l’annuncio degli eco-incentivi.

Io credo che gli incentivi non siano una soluzione: intanto perché finiscono per distorcere le condizioni di concorrenza e poi perché i consumatori non sono correttamente informati sulle conseguenze in termini di affidabilità e durata delle tecnologie “ecologiche” sostenute dagli incentivi. Intendo dire che forzare la diffusione della trazione ibrida senza nessun dato significativo sui costi di manutenzione straordinaria negli anni, rispetto ai veicoli convenzionali, potrebbe tradursi in una tassa occulta a carico dei consumatori, portati a comportamenti economici basati su vantaggi di breve respiro che possono però comportare oneri ben maggiori negli anni successivi.

Ecco perché, se il settore fosse lungimirante, senza accontentarsi di segnali che non esistono, comincerebbe finalmente a fare qualcosa per conquistare i consumatori: sono abbastanza annoiato da quelle campagne pubblicitarie che promuovono la vendita di un’auto rassicurando l’acquirente sul fatto che “dopo due anni sei libero di restituirla”. Ma insomma, è come dire “non preoccuparti, non fa male!”

Produttori e venditori devono far meglio, se è vero che l’Italia è all’ultimo posto in Europa per la propensione all’acquisto dell’auto usata e siamo l’unico Paese dove oltre il 60% delle transazioni avviene tra privati. Ciò significa che c’è grande sfiducia verso i concessionari che troppo spesso tradiscono le aspettative dei consumatori con costi alti e garanzie fittizie (per questo l’Unione Nazionale Consumatori ha elaborato alcuni consigli per l’acquisto dell’auto usata).

Se il mercato dell’auto non saprà cambiare radicalmente, è naturale che i consumatori preferiscano soluzioni alternative, come il car-sharing che secondo alcune stime, avrebbe già comportato una riduzione di 2,9 milioni di auto in Europa (più della metà degli utilizzatori di car-sharing avrebbe evitato di comprare un'auto nuova e il 45% prevede di non acquistarla in futuro).

Fermo restando che per certi aspetti sarebbe un mondo migliore quello nel quale, invece di comprare un’auto, i consumatori potessero pagare solo per l’uso che se ne fa, non possiamo dimenticare che il mondo dell’automotive in Italia occupa 1.200.000 persone e fattura l’11,4% del Pil. Il settore (ma anche i consumatori) si aspettano un piano organico di rilancio che tenga conto dell'industria, ma soprattutto dell'ambiente. Tra i tanti argomenti sul tavolo del Premier Matteo Renzi, aggiungiamo anche questo?

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