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Mercoledì, 24 Aprile 2024
AAA... acquisti

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A cura di Massimiliano Dona

Dal 15 giugno nessun sovrapprezzo per il roaming delle chiamate dall'estero: tutto bene dunque? Non proprio...

Era ora! Dal 15 giugno finisce l'odioso balzello per chi telefona da uno dei paesi dell'Unione europea. Sono, infatti, abolite le tariffe di roaming, il sovrapprezzo che le compagnie fanno pagare a chi chiama o spedisce email quando va all'estero.

Una buona notizia per chi ha scelto una località straniera per le agognate vacanze, ma anche un passo avanti nella direzione del rispetto dei consumatori anche se, in realtà, la riforma non riguarda direttamente l'utenza, ma regola, abbassandoli, i prezzi all'ingrosso, ossia quelli che i gestori telefonici si addebitano l'un l'altro per usare le rispettive reti, ossia per offrire, appunto, i servizi di roaming.

Naturalmente, dato che come sempre accade, a fronte di un vantaggio complessivo, ci può essere chi ci rimette, è possibile che qualche singolo operatore finisca per fare il furbo e per traslare sul cliente finale il costo dell'accordo, innalzando le tariffe delle telefonate nazionali. D'altronde il rischio di aumenti, ahimè, c'è sempre e comunque, indipendentemente dal roaming, il consiglio per i consumatori non può che essere quello di sempre: vigilate e, nel caso, cambiate gestore.

Per il resto tutto bene? Speruiamo di sì: in verità i costi del roaming potrebbero "rientrare dalla finestra": la norma europea, infatti, prevede due scenari con i quali sarebbe consentito agli operatori di continuare ad addebitare dei costi per il roaming:

  • se il modello tariffario di un operatore venisse intaccato dall‘abolizione delle tariffe di roaming, questo può ottenere dall’Autorità di Regolamentazione nazionale il permesso di riscuotere tariffe di roaming in determinate circostanze particolari;
  • qualora l’utente dovesse infrangere la cosiddetta clausola di “fair use” durante il periodo di osservazione di quattro mesi previsto dal Regolamento stesso e non considerare l’avviso dell’operatore. La clausola prevede che nei quattro mesi non si possa trascorrere più tempo all’estero rispetto al proprio paese ed allo stesso tempo utilizzare di più il proprio telefono all’estero, fatto salvo chi è in grado di poter dimostrare di avere uno stretto legame causato da motivi di studio, o di lavoro con il paese estero stesso. Con tale clausola viene dunque negata la possibilità di utilizzare in modo permanente una SIM estera. Fintantoché si trascorre più tempo nel proprio paese e si utilizza il telefono di più all’interno del proprio paese si può stare sicuramente tranquilli (è sufficiente anche una solo connessione al giorno presso il proprio paese per dimostrare che non ci si trova costantemente presso un paese estero).

In ogni cado, per segnalre eventuali anomalie, resta a vostra disposizione lo "sportello telefonia" sul sito www.consumatori.it

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