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Giovedì, 25 Aprile 2024
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A cura di Massimiliano Dona

Dalle proteste contro Uber al banco degli imputati: perchè i taxi sono finiti nel mirino dell'Antitrust

Dopo aver ripetutamente invocato interventi per escludere altri operatori dal mercato, adesso tocca a loro: sul banco degli imputati finiscono i tassisti. Potremmo dire "chi la fa, l'aspetti"!

Hanno manifestato in piazza e scioperato contro Uber, ma adesso proprio loro sono finiti nel mirino dell'Autorità Antitrust che ha aperto una istruttoria a carico dei Radiotaxi di Roma e Milano per possibile intese restrittive della concorrenza. 

È stata Mytaxi Italia – che gestisce un’app per smartphone e tablet che mette direttamente in contatto i tassisti e i potenziali clienti – a denunciare la possibile violazione del divieto di intese restrittive della concorrenza. I procedimenti riguardano infatti le clausole di esclusiva contenute negli atti che regolano i rapporti tra le società di gestione del servizio di radio taxi e i tassisti soci/aderenti. Quando queste clausole sono applicate a una percentuale maggioritaria dei tassisti, come accade a Roma e Milano, “appaiono idonee ad ostacolare, se non ad impedire, l’utilizzo simultaneo da parte dei singoli tassisti di vari intermediari per la fornitura di servizi di raccolta e smistamento della domanda del servizio taxi, – spiega l’Antitrust – ed in particolare ad ostacolare o rallentare l’ingresso nel mercato di nuovi operatori che offrono servizi innovativi di questo tipo (come l’applicazione per smartphone e tablet gestita da Mytaxi Italia S.r.l., che mette direttamente in contatto l’utenza e i tassisti e offre anche un servizio di rating dell’offerta)”. 

In questi giorni i funzionari dell’Antitrust insieme al Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza hanno eseguito una serie di ispezioni nelle sedi delle società interessate: la speranza è che si faccia chiarezza in un mercato di servizi non sempre all'altezza della situazione: tra vetture vecchie e sporche, autisti non sempre all'altezza della situazione, la scarsa disponibilità ad accettare strumenti innovativi di pagamento, il mondo taxi deve fare una riflessione.

Ora che l'Antitrust li indaga per comportamenti anticoncorrenziali, non c'è più tempo da perdere

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