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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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A cura di Massimiliano Dona

Decreto concorrenza: altro che liberalizzazioni, il Governo #rottamalatutela

Questa è stata la settimana degli interventi del Governo Renzi sulle liberalizzazioni o almeno questo era quello che tutti si aspettavano: un bel taglio alle rendite di posizione, uno stop alle aziende che monopolizzano i mercati a danno dei consumatori, semplificazioni per chi vuole fare impresa, insomma meno burocrazia e prezzi più bassi.

Purtroppo la montagna ha partorito il topolino, tanto da far rimpiangere a qualcuno le “lenzuolate” di Pierluigi Bersani (pur incomplete e ampiamente depotenziate già allora rispetto alle aspettative). Da parte mia, non ho potuto fare a meno di definire il ddl concorrenza “una vergogna, quando non, addirittura, dannoso”.

Mi rendo certamente conto che in questa occasione Matteo Renzi ha scoperto il potere delle lobby, ma insomma da lui, personalmente, mi aspettavo più sangue freddo (e una migliore strategia di comunicazione). Alcune iniziative del Governo, poi sembrano davvero andare “contro” i consumatori, come nel caso dell'abolizione del regime di maggior tutela su energia e gas: obbligare gli utenti a lasciare il “mercato tutelato” (oggi più economico e sicuro) per passare al mercato libero dell'energia è un sopruso ed un gentile omaggio alle imprese.

Clamorosa, poi, la gaffe del Governo sulle “penali” per chi cambia operatore di telefonia, reintrodotte (seppur in casi specifici) nonostante le precisazioni dell’esecutivo che prova ad arrampicarsi sugli specchi per spiegare che non si tratta di un favore alle imprese di telecomunicazioni. Ma, espressioni simboliche a parte (ovvio che la parola “penale” sparirà dal testo finale…), la sostanza è che il Governo non ha introdotto la portabilità, non ha azzerato le spese di chiusura, come avviene, ad esempio, per i conti correnti.

Non si può avere concorrenza, senza perfetta mobilità dei fattori, ossia senza la possibilità per il consumatore di passare velocemente e senza spese da una compagnia all’altra.

Altro settore simbolico è quello dei Taxi: non che sia un tema importante per le famiglie che non arrivano a fine mese, ma è indicativo. Anche il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha dovuto cedere alla lobby dei tassisti, come era già successo a Prodi e Monti: nessun Governo riesce a riformare il settore e aggiornare una normativa così antidiluviana che non tiene conto dell'esistenza degli smartphone, della sharing economy, ma soprattutto dei desideri dei cittadini di usufruire di servizi di mobilità personale davvero innovativi e adatti alle esigenze di ciascuno (qualcuno continuerà a preferire il taxi, ma altri vorranno utilizzare il car pooling ed altri ancora i servizi di noleggio con conducente).

E mentre si polemizza, ci si dimentica dell’interesse dei consumatori che però non sono stupidi e si fanno sentire: ad esempio su twitter, dove l’hastag #rottamalatutela ha fatto il giro del web (basta guardare cosa è successo sul mio account @massidona).

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