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Mercoledì, 24 Aprile 2024
AAA... acquisti

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A cura di Massimiliano Dona

Sui diamanti da investimento è appena intervenuto il Tar: buone notizie per i risparmiatori

Ricordate la brutta storia dei diamanti venduti dalle banche come strumento di investimento? Tambureggianti campagne pubblicitarie, furbescamente diffuse nei mesi di più grave crisi finanziaria, spinsero migliaia di consumatori a "mettere al riparo" i propri risparmi acquistando diamanti, presentandoli come “bene-rifugio”.
Piccolo particolare: la pubblicità era zeppa di "informazioni ingannevoli e omissive”. Sono proprio queste le parole usate, ormai oltre un anno fa, dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che sanzionó pesantemente i venditori e gli istituti bancari con i quali operavano per oltre 15 milioni di euro di sanzioni complessive. 
Alle società Intermarket Diamond Business (IDB S.p.A.) e Diamond Private Investment (DPI S.p.A.) venivano contestate informazioni ingannevoli su quotazioni di mercato, loro andamento e prospettive di liquidità, mentre gli istituti bancari con i quali rispettivamente operavano (Unicredit e Banco BPM per IDB; Intesa Sanpaolo e Banca Monte dei Paschi di Siena per DPI), sono stati chiamati in causa in quanto proponevano l’investimento come "bene-rifugio" appunto, così dando credibilità al materiale promozionale delle due società venditrici.
L’Antitrust ha ritenuto gravemente ingannevoli e omissive le modalità di offerta dei diamanti da investimento, ma -come sempre accade in questi casi- subito dopo il provvedimento, le società interessate si erano dichiarate innocenti e avevano annunciato di aver impugnato il provvedimento al Tar.
Ebbene, proprio in questi giorni è arrivata la decisione del Tar che ha giudicato infondati i ricorsi depositati da tutti i soggetti coinvolti nella vicenda e ha quindi confermato quanto rilevato nel provvedimento dell’Antitrust impugnato, “ovvero il fatto che l’investimento fosse proposto da parte del personale bancario e tale circostanza forniva ampia credibilità alle informazioni contenute nel materiale promozionale delle due società, determinando molti consumatori all’acquisto senza effettuare ulteriori accertamenti”.
Dopo le sentenze del Tar sul caso dei diamanti venduti come investimento, c'è da sperare che le banche (anche Banco Bpm, che finora ha proposto rimborsi incongrui, e Mps, che non ha ancora adempiuto alle promesse di rimborso) procedano con i risarcimenti verso le migliaia di risparmiatori danneggiati. 
Si tratta di una decisione importantissima, che conferma la fondatezza e la legittimità di tutte le richieste di rimborso suggerite dall'Unione Nazionale Consumatori ai propri associati nei confronti delle banche e delle società di vendita Idb e Dpi. Per questo è ormai inevitabile che anche Banco Bpm e Mps procedano finalmente, senza ulteriori indugi, al rimborso dei risparmiatori ingannati dalla tipologia di investimento, così come sta avvenendo per gli investitori di Unicredit ed Intesa Sanpaolo.
Perchè è facile vendere "beni-rifugio" e poi nascondersi dietro qualche cavillo quando si tratta di dare risposte ai propri clienti!
Se avete casi riguardanti i diamanti da investimento, potete scrivere allo sportello-banche dell’Unione Nazionale Consumatori.

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