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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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A cura di Massimiliano Dona

Le elezioni europee e la data di scadenza dei cibi

Nel Consiglio Europeo del 19 maggio scorso si è discusso di abrogare la data di scadenza dei prodotti alimentari a lunga conservazione. La proposta (che detta così sembra surreale) viene dai paesi del nord-europa: i rappresentanti di Olanda e Svezia, con il sostegno di Austria, Germania, Danimarca e Lussemburgo ritengono che questa possa essere una misura per ridurre gli sprechi.

Certamente è vero che, almeno da un punto di vista teorico, questi alimenti potrebbero essere consumati anche dopo molto tempo senza particolari preoccupazioni e così eviteremmo quella pulizia periodica dei frigoriferi e delle dispense per quegli alimenti sui quali c’è scritto “da consumare preferibilmente entro”.

Da parte mia, temo però che l’idea andrebbe attuata con molta attenzione e che abbia qualcosa a che vedere con le imminenti elezioni europee: dal punto di vista dei consumatori, infatti, dobbiamo chiederci se l’Europa è sempre amica del nostro Paese, delle nostre produzioni e della nostra tipicità, soprattutto per quanto attiene al bene più prezioso del quale disponiamo e cioè il made in Italy alimentare.

Non voglio certo fare la figura dell’euro-scettico, ma alcune soluzioni proposte a Bruxelles mi sembrano paradossali: tornando alla data di scadenza, sono il primo a sostenere la necessità di contrastare l’obsolescenza programmata (della quale abbiamo già parlato proprio su questo blog) e che potrebbe riguardare anche il food. Tuttavia è evidente che una cosa è parlare di data di scadenza per un prodotto “industriale” nord-europeo, altro è parlarne per un prodotto tipico italiano.

Attenzione, non è questione di artigianalità, ma gli alimenti che si conservano senza dovere essere confezionati (formaggi e salumi in particolare) con il tempo tendono ad essiccarsi e perdere i caratteri tipici della commestibilità. A ciò aggiungo che questi prodotti sono il frutto dell’azione di microrganismi durante la stagionatura e una volta messi in commercio, a lungo andare, si possono avere fermentazioni “anomale” che potrebbero comprometterne la qualità. Infine va ricordato che oltre il periodo di scadenza alcuni micronutrienti (vitamine ed antiossidanti) potrebbero degradarsi e fare perdere qualche proprietà all’alimento.

Insomma talvolta i rappresentanti dell’Europa del nord fanno proposte che non si adattano all’Europa del sud. Per questo direi di andarci piano con la “deregulation” delle date di scadenza degli alimenti. Ed ecco perché è importante votare alle prossime europee rappresentanti che vadano realmente in Europa a difendere gli interessi concreti del nostro Paese.

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