rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
AAA... acquisti

AAA... acquisti

A cura di Massimiliano Dona

L'Istat, la modernità e Matteo Renzi

L’Istat torna periodicamente a sfornare numeri e tutti giù a commentare più o meno catastroficamente… Sì lo so a cosa starete pensando: “le varie associazioni dei consumatori sono campioni in questa gara a chi la spara più grossa!”.

Bene, sono qui a dimostrarvi che i dati statistici perdono di significato se per guardare i numeri cessiamo di osservare il mondo circostante. Per questo sono stanco di sentir parlare del crollo della spesa delle famiglie, di quanto la crisi affligga i bilanci familiari e le abitudini di acquisto… D’accordo (secondo il report Istat presentato in questi giorni) aumentano le famiglie che hanno ridotto la quantità e la qualità dei generi alimentari e quelle che si rivolgono all’hard discount. Ed ancora continuano a scendere le spese per abbigliamento e calzature (-8,9%), quelle per comunicazioni (-3,5%) e, cosa ben più grave, quelle per tempo libero e cultura (-5,6%)

Perché questi numeri mi annoiano? Non vorrei sembrare insensibile a chi fatica ad arrivare a fine mese, ma ho la sensazione che in molti non si siano ancora accorti che (per citare il sociologo Francesco Morace) non stiamo vivendo una “epoca di cambiamento”, ma il “cambiamento di un’epoca”. E chi parla ai consumatori non può più farlo con gli stilemi della drammatizzazione, con le tinte fosche del catastrofismo. Certo molte famiglie vivono in seria difficoltà e sarebbe necessario accrescerne il potere di acquisto, ma forse questo è anche il tempo di insegnare che è necessario guardare con occhi nuovi ai nuovi paradigmi, vivere con spirito partecipativo (e non subendole) le novità che ogni giorno affollano il mercato degli acquisti.

Prendiamo l’allarme sulla crescente ricorso al discount: a parte il dramma di chi davvero vive sulla soglia della povertà, forse anche qui si tratta più semplicemente di una ridefinizione degli stili di vita (e ne incontro tanti di “ricchi consapevoli” che acquistano al discount, mentre certi “poveri gonzi” continuano a frequentare le boutique del centro!)

Credo nei nuovi consumatori, in quelli che cominciano finalmente ad acquistare online (16 milioni oggi rispetto ai 9 milioni del 2011), credo nella sharing economy: che bello “usare” un’auto senza doverla acquistare o trovare dei libri usati all’ingresso di un supermercato (sembra che nessuno ci guadagni nel cedere un libro già letto e prenderne uno da leggere; ed invece ci guadagnano tutti). Credo nelle dinamiche collaborative che fanno di ogni consumer un pro-sumer.

E quindi forse il giovane Premier Matteo Renzi, non ci sta cambiando: è una sorta di transfert collettivo, rappresenta come noi italiani stiamo diventando. Nuovi consumatori al passo dei tempi.

Si parla di

L'Istat, la modernità e Matteo Renzi

Today è in caricamento