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Venerdì, 19 Aprile 2024
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A cura di Massimiliano Dona

Nuove etichette alimentari: bene per allergie e intolleranze, ma si dimentica il nome del produttore

Da sabato 13 dicembre 2014 è entrata in vigore una nuova normativa europea in materia di etichettatura dei prodotti alimentari. Si tratta di una novità molto importante, come si evince già dal nome del Regolamento Ue 1169/2011 che è dedicato alla "informazione" per i consumatori: evidentemente il diritto ad essere informati correttamente è alla base delle nostre scelte ed è facile immaginare perchè su questo provvedimento le imprese abbiamo dato battaglia...

Ma vediamo cosa cambia per chi va a fare la spesa: intanto (e non solo a beneficio di una popolazione che invecchia) le indicazioni obbligatorie devono essere scritte in etichetta con caratteri più grandi al fine di rendere più agevole la lettura. Bene: eravamo stanchi di etichette illegibili, solo per far spazio ad immagini accattivanti o claims pubblicitari!
Cambiano finalmente anche le regole sulla data di scadenza che deve essere riportata su ogni singola porzione preconfezionata e non più solo sulla confezione esterna
Ma la nuova etichetta viene in soccorso anche dei molti italiani (circa tre milioni) che soffrono di allergie alimentari imponendo l’obbligo di indicare con maggiore evidenza rispetto alle altre informazioni le sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze (ad esempio sottolineandole o mettendole in grassetto nella lista degli ingredienti). Va notato che l'obbligo di informare sugli allergeni vale anche per i ristoranti e le attività di somministrazione.
Mi sembra un bel salto di qualità che si estende anche ai minori e alle donne in gravidanza (e in allattamento) con la previsione di avvertenze particolari per determinati alimenti contenenti caffeina (e finalmente sarà chiaro che è meglio evitare i cosiddetti energy drinks). 
Ma non è tutto: stop agli inganni sull’utilizzo di materie prime tropicali a basso costo (come olio di palma, di cocco o di cotone, che hanno un impatto sulla salute e sull’ambiente) perché d'ora in poi si dovrà specificare in etichetta quale tipo di olio o di grasso è stato utilizzato. Inoltre se gli oli o i grassi utilizzati sono stati idrogenati, ugualmente sarà obbligatorio indicare se totalmente o parzialmente idrogenato.
Interessante osservare (tra le altre novità) che a garantire il consumatore da indicazioni ingannevoli, quando si sostituisce un ingrediente normalmente utilizzato con un altro, l’ingrediente succedaneo impiegato va specificato immediatamente accanto al nome del prodotto, utilizzando caratteri adeguati (pari almeno al 75% di quelli utilizzati per il nome del prodotto). 
Ma poi arrivano le brutte notizie: un bel passo indietro la legislazione europea lo compie rendendo facoltativa l'indicazione dello stabilimento di produzione (che è invece obbligatoria per la nostra norma nazionale!). Insomma se in Italia siamo ancora alle prese con la battaglia per l’indicazione di origine (a proposito, sul sito del Ministero dell'agricoltura è aperta una consultazione pubblica per sapere cosa i cittadini vogliono leggere in etichetta), l'Europa smonta un altro pezzo della tracciabilità dei prodotti alimentari! Qualcuno crede ancora che a Bruxelles si operi sempre per il bene dei consumatori?
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