Proprio ieri l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha presentato la sua Relazione annuale con molti dati utili a capire il livello di tutela dei consumatori nel loro rapporto con gli operatori della telefonia.

Ebbene, se è vero che, solo nel corso del 2016, AGCOM ha gestito quasi 100.000 procedimenti inerenti controversie tra utenti e operatori. In termini monetari, l’operato dell’Autorità e dei Co.re.com ha prodotto un vantaggio economico diretto per i consumatori di oltre 31 milioni di euro (in termini di valore di rimborsi o indennizzi).

Questi dati non sono una buona notizia, ma un vero e proprio “bollettino di guerra”: se è vero infatti che essi sono lo specchio di una grande attenzione dell’Autorità per i diritti dei consumatori e della sua efficace azione risolutiva, dall’altro mostrano quanto ci sia ancora da lavorare sul piano della regolamentazione del settore delle comunicazioni.

Cosa intendo? Beh, intanto il legislatore dovrebbe preoccuparsi di tutelare davvero i consumatori, ad esempio modificando l’inutile “Ddl concorrenza” arrivato ora in Senato. In primo luogo vanno azzerati i costi di recesso, rimasti nonostante la promessa di cancellarli che risale (pensate un po’) alla prima l”enzuolata” Bersani del 2007. Per l’Agcom l’aggravio dei costi di recesso, infatti, rappresenta il 14% delle lamentele.

Ma cosa pretendiamo: finchè i primi tre operatori sono controparte contrattuale per oltre l’80% della domanda di servizi fissi e mobili, come ci ha detto la stessa Authority, è evidente che non ci potrà essere alcuna vera concorrenza. Per questo va tutelata la controparte debole, cioè il consumatore innalzando l’asticella della sua protezione. L'Unione Nazionale Consumatori ha un ottimo servizio di assistenza con uno sportello specializzato nella telefonia...

Anche se gli italiani restano dei grandi amanti dello smartphone: forse alla fine, questo è il vero problema, che ne dite?