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Martedì, 23 Aprile 2024
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A cura di Massimiliano Dona

Prodotti ricondizionati/rigenerati? Quello che c'è da sapere per evitare gli inganni della circular economy

Frequentemente i consumatori si rivolgono ai nostri sportelli per chiedere chiarimenti sui prodotti usati messi in vendita come “rigenerati” o “ricondizionati”: si tratta soprattutto di elettrodomestici e smartphone per i quali ci viene chiesto se sono davvero convenienti. Rispondere non è facile, anche perchè manca una definizione normativa di tali prodotti. Quel che è certo è che, pur trattandosi ancora di un fenomeno di nicchia, si comincia a parlarne anche perché si tratta di uno degli aspetti più appariscenti della cosiddetta circular econom(economia circolare), quel mercato, cioè, che valorizza il riuso di prodotti che, invece di finire tra i rifiuti, ricevono una seconda vita.

Queste finalità di carattere ambientale meritano certamente la massima considerazione, ma poi nel concreto della vita dei consumatori c'è il rischio che si palesi un rovescio della medaglia. Mi riferisco in particolare al tema della garanzia post-vendita per questi prodotti: quante volte ci è successo di vederci rifiutare l'assistenza su un prodotto rigenerato o di assistere ad un rimpallo di responsabilità tra l'originario produttore ed il soggetto che si è incaricato di ricondizionare l'elettrodomestico? Purtroppo non mancano aziende che “giocano” con i diritti di garanzia del consumatore, con la conseguenza di ampliare la sfiducia rispetto alla reale validità del sistema.

E non è tutto: c’è anche un tema che riguarda la sicurezza di questi prodotti. Non oso immaginare cosa potrebbe accadere qualora un elettrodomestico ricondizionato sia protagonista di un incidente domestico. Su chi ricadrebbero le conseguenze risarcitorie? Ne risentirebbe (almeno dal punto di vista reputazionale) lo stesso brand del produttore, sebbene ci sia da valutare il rilievo dell'attività svolta da un soggetto terzo, quello che si è incaricato di rimettere quel prodotto sul mercato…

Infine (non trascurabile) resta il tema del rapporto qualità-prezzo: quanto valgono effettivamente questi prodotti ricondizionati? Ed ancora, quanto fanno bene all'ambiente? E' certamente auspicabile l’intento di dare una seconda vita ai prodotti destinati alla rottamazione, ma possiamo considerarli prodotti sostenibili da un punto di vista ambientale? Pensiamo a quel che può accadere in questo periodo di transizione tra la nuova e la vecchia etichetta energetica laddove un prodotto in “classe A” (se ha dieci anni di anzianità) non sarà mai paragonabile dal punto di vista dell’efficienza energetica ad un prodotto nuovo, seppur di “classe B”.

In conclusione è certo che il mercato dei prodotti ricondizionati debba essere in qualche modo abilitato, ma resta da un lato un rischio informativo per il consumatore, d’alto canto un tema di reputation per il produttore e infine anche qualche dubbio di sostenibilità per questo stesso business che rischia di essere impostato su prezzi troppo bassi, così da non offrire sufficienti garanzie per chi li acquista.

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