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Venerdì, 29 Marzo 2024
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A cura di Massimiliano Dona

Il finto venditore di auto e la truffa dell’assegno su Whatsapp: come ottenere il rimborso integrale

La prima volta che abbiamo sentito questa storia della truffa dell'assegno su Whatsapp ci è sembrata incredibile: un consumatore scriveva ai nostri sportelli sostenendo che qualcuno aveva incassato un assegno dopo averne fatto una copia proprio grazie alla foto ricevuta su Whatsapp.

Tra i nostri colleghi allo sportello la domanda era questa: per quanto l’immagine su Whatsapp potesse essere perfetta, come si può riprodurre così bene un assegno da ingannare la banca per farsi dare i contanti allo sportello?

Nessun dubbio: solo con la collaborazione di un cassiere infedele! Ecco perchè la strada più semplice per tutelare il consumatore ci sembrò quella di scrivere alla banca. Ma qui arriva la sopresa: l’istituto di credito fa finta di niente, sostiene che è tutto regolare e -come spesso accade- convince il consumatore in buona fede di aver combinato un pasticcio e di avere delle colpe da scontare. Facendo così il gioco del truffatore scappato col bottino.

Naturalmente, questa storia non poteva convincer i nostri esperti dell’Unione Nazionale Consumatori che hanno agito prontamente ricorrendo all'Arbitro bancario, lo strumento che oggi consente di risolvere questo genere di controversie senza ricorrere al Giudice.

Così abbiamo potuto ricostruire la truffa dell’assegno su Whatsapp: un venditore di automobili usate pubblica online un (accattivante) annuncio che attira la preda. Le trattative vanno avanti via telefono e, quando l’accordo è vicino, il venditore fa sapere che ha diverse proposte per quell’auto e che per poterla bloccare ha bisogno di capire se il consumatore è davvero interessato: così chiede alla vittima una foto dell’assegno compilato come prova della sua volontà di concludere l’acquisto. Il compratore è convinto di fare un affare: in fondo, mandare una foto non costa nulla. Ed invece è caduto nella trappola: il truffatore stampa l’assegno e… riesce ad incassarlo! 

Ma come è possibile che un impiegato di banca accetti un pezzo di carta come se fosse un vero assegno?! Gli istituti di credito parlano di negligenza, ma come si fa a non riconoscer un assegno? Questo è proprio il mestiere del cassiere! E poi le tecniche anti-contraffazione sono diverse. Fin dal 2010 l’Abi ha fornito alle banche italiane le istruzioni “per limitare le alterazioni e le falsificazioni” di assegni bancari e circolari. Ad esempio la carta non è certo quella normale: dev’essere non fluorescente, filigranata e cambiare colore se qualcuno tenta di alterarla con sostanze chimiche. E ancora: deve presentare stelline, coriandoli o altri elementi che cambiano colore o luminosità a seconda dell’inclinazione.E ancora c’è la lampada di Wood a ultravioletti

E se tutto ciò non bastasse a spiegare la “complicità” delle banche nella truffa dell’assegno su Whatsapp è bene ricordare che, quando versiamo un assegno, le due banche si scambiano le informazioni relative al titolo in forma elettronica (check image truncation), ma prima di generare l’immagine, l’impiegato allo sportello deve verificare che l’assegno sia autentico.

Ora vi sorprenderà sapere che le banche (capeggiate dall’Abi) tentano di sostenere che le responsabilità da condividere al 50% tra la banca emittente (condannata a restituire metà della cifra alla vittima) e la vittima stessa, colpevole di non aver preso tutte le precauzioni del caso. Si cita anche un a certa giurisprudenza, ma signori delle banche, vi prego, non peggiorate la vostra situazione! Quali responsabilità vogliamo ascrivere al cittadino difronte ad  un impiegato di banca che chiude entrambi gli occhi essendo (presumibilmente d’accordo con il truffatore?

E proprio con questo argomento, sul presupposto che il consumatore non ha mai perso la disponibilità materiale del titolo, con l'Unione Nazionale Consumatori, abbiamo ottenuto una sonante vittoria davanti all’Abf nei confronti di una Banca, condannata al rimborso integrale dell'assegno incassato illegalmente. Quindi, se avete problemi con la truffa dell’assegno su Whatsapp, scrivete ai nostri sportelli!

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