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Giovedì, 28 Marzo 2024
Valori, non opinioni

Valori, non opinioni

A cura di Marilia Parente

Il peso delle aggressioni verbali: la storia del cuoco che maltratta la sua aiutante fino a farla svenire

I gesti e le parole gentili sono le migliori carezze, disse il saggio. Proprio come quelli offensivi incarnano schiaffi e graffi capaci di ferire nel profondo. Certo, compiere gli uni o gli altri è scelta libera del singolo che, tuttavia, molte volte, più per ignoranza e superficialità che per malvagità, ignora le potenziali pesanti conseguenze di tale decisione. Ed è sbagliato. Lo sa bene, mi auguro, solo adesso il cuoco della mensa scolastica di un istituto di Marina di Camerota, in provincia di Salerno.

Ecco in sintesi la sua storia: durante il servizio mensa per gli alunni dell’istituto ‘Angelo Poliziano’, è stato servito il primo e il secondo ai bambini, poi è stata la volta della frutta ed un ragazzino ha chiesto che la sua venisse sostituita perchè troppo matura. La maestra, dunque, ha portato la banana in cucina e l’aiutante del cuoco l'ha sostituita come richiesto. Qui comincia la lite: il cuoco si rivolge alla donna affermando che il cambio della frutta sarebbe dovuto essere autorizzato da lui perchè è lui il responsabile della cucina. La donna ha, dunque, provato a sottolineare come si sia trattato, in fondo, solo della sostituzione di una banana, ma lui ha iniziato ad alzare la voce e a rivolgere parole sgradite all’indirizzo della sua aiutante: la malcapitata di Marina si è accasciata sul pavimento per un malore. E dopo i soccorsi, i fastidi per la poverina sono continuati: alla fine è stata ricoverata in ospedale.

Al di là della predisposizione della donna (probabilmente esistente) ad avvertire il malore, resta il fatto che, almeno in quel momento, avrebbe potuto risparmiarsi lo svenimento ed i conseguenti problemi ad esso seguiti. Se solo il cuoco in questione avesse badato ai modi, anteponendo il buon senso alla smania di affermare la sua superiorità professionale in quel contesto, rispetto alla vittima, quest'ultima non sarebbe stata male. Fa davvero tristezza constatare come l'egoismo e la presunzione siano in grado di offuscare le menti: non è questo, certo, un caso isolato, purtroppo. Andando a fondo e riflettendo, sfido chiunque a non ricordare un episodio in cui le buone maniere abbiano lasciato posto all'impulsività e magari anche a qualche offesa in virtù di una delle tentazioni pù grandi per l'anima umana, prima ancora dell'egocentrismo: l'orgoglio.

Ma la domanda da porsi è: si può mai essere orgogliosi di sè quando si rinuncia alla sensibilità? Con il senno di poi, è necessario rendersi conto che solo gesti gentili ed empatia con l'altro riescono ad elevarci. Partendo da questo, bisogna far tesoro di storie come quella del cuoco del salernitano ed anche dei nostri ricordi: l'orgoglio non deve mai vincere sulla voce del cuore. Quando accade, non esiste momento più basso e mortificante per la nostra persona. La gentilezza è l'arma dei più forti...non esiste contesto in cui non risulti l'atteggiamento giusto da assumere. Anche quando ci troviamo dinanzi a persone che non la meritano, non rinunciandovi, prendiamo le distanze da loro che non stimiamo, imparando ad esprimere complimenti come moniti, sempre con garbo e delicatezza, doni che solo i migliori riescono a far fruttare...noi cosa scegliamo di essere?

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