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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Tasso fisso o tasso variabile: quale mutuo scegliere

Le previsioni indicano che l’attuale tasso variabile andrà ad eguagliare l’attuale fisso solo fra cinque anni

Mutui a tasso fisso o mutui a tasso variabile: una decisione che fino a qualche anno fa appariva a direzione unica con la convenienza raggiunta dai mutui a tasso fisso legata alla certezza di non vedersi variare la rata nel corso del tempo che ha fatto prediligere nettamente questa soluzione. Ora, però, il quadro sta cambiando e i mutuatari potrebbero fare un altro tipo di scelta dettato dalla crescita dell’inflazione nell’Eurozona.

Mutuo fisso o variabile, pro e contro

I tassi Irs che vengono sommati allo spread deciso dalla banca per ottenere il tasso fisso da applicare al mutuo dopo aver toccato i livelli minimi sono risaliti e questo ha spinto in alto il tasso fisso applicato dalle banche. Di contro, negli ultimi 10 mesi il variabile è sceso. Così il differenziale tra i due tassi è cresciuto del 70%.

Dal 2015 l’indice Euribor – il tasso di riferimento che indica il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee e che serve per il calcolo dell’indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso variabile – viaggia in terreno negativo.

I mutuatari sanno che scegliendo il variabile vanno incontro a un aumento dei tassi, ma molti cominciano a capire che i rialzi dovrebbero essere lenti e graduali, confortati dalle parole del governatore della Bce, Mario Draghi.

Le previsioni sull’andamento dell’Euribor a 3 mesi dicono, inoltre, che l’attuale tasso variabile andrà ad eguagliare l’attuale fisso solo fra cinque anni.

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