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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Isis

Fermata sospetta foreign fighters italiana: "Era pronta a partire per la Siria"

Sposata con Francesco Cascio, originario di Trapani, anche lui radicalizzato, da tre anni la ragazza si faceva chiamare Khadija. Lo scorso inverno è tornata in Italia dopo essere stata espulsa dalla Turchia. Gli inquirenti sospettano che volesse raggiungere la Siria e indagano su presunti legami con esponenti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham

Una donna italiana, nata a Milano, si sarebbe radicalizzata, per diventare una "foreign fighters", e combattere sul fronte siriano. Per questo la notte scorsa è stata fermata come "indiziata di delitto" dalla Digos di Alessandria e con l’accusa di "associazione di con finalità di terrorismo internazionale". La notizia oggi è stata riportata da diversi quotidiani. La giovane si chiama Lara Bombonati ed ha 26 anni. 

L'inchiesta sulla ragazza è coordinata dal procuratore capo Armando Spataro e dal sostituto Antonio Rinaudo. Secondo le accuse la donna sarebbe entrata in contatto con alcuni soggetti maghrebini. Forse una relazione sentimentale, alla base della sua conversione. Sposata con Francesco Cascio, originario di Trapani, un foreign fighter italiano come lei, da tre anni la ragazza si faceva chiamare Khadija.

A Tortona, nel 2014, si faceva notare perché aveva iniziato a indossare il velo integrale. Poi era partita per il medio oriente insieme al marito, radicalizzato col nome di Muhammad. Secondo quanto riferito dalla stessa 26enne ad un familiare nel corso di una conversazione telefonica, Francesco-Muhammad sarebbe morto in Siria sul campo di battaglia lo scorso dicembre. "E' morto da martire", avrebbe detto la giovane non sapendo di essere intercettata.

Ai familiari, prima di partire, Lara e Francesco avevano detto di andare in Turchia "per studiare il Corano". Poi di loro non si è saputo più nulla, tanto che i genitori della 26enne ne hanno denunciato la scomparsa il 13 ottobre 2016. L'ultima residenza accertata della giovane è a Istanbul da dove è stata espulsa lo scorso inverno. Poi il rientro in Italia, sempre a Tortona, dove era ospite dalla sorella. Ma Lara-Khadija era pronta a ripartire per il medio oriente.

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Secondo il Corriere della Sera la 26enne era "invaghita e succube del suo 'comandante militare' Mounir" e "avrebbe continuato da Alessandria, a modo suo, a servirlo".

Legami pericolosi che alimentato i sospetti dell’antiterrorismo italiano, al punto da ritenerla inserita nel gruppo Hayat Tahrir al-Sham, "Organizzazione per la liberazione del Levante" nato all’inizio dell’anno dalla fusione di quattro formazioni minori. 

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"Non ho ancora avuto modo di conoscere il contenuto degli atti e le contestazioni" dice il difensore d’ufficio, l’avvocato Nicoletta Masuelli di Alessandria. E aggiunge: "Resta in attesa di sapere quando sarà fissata l’udienza di convalida". 
 

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