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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Anziano bruciato vivo nel bagno di casa, il figlio confessa: l’omicidio dopo una lite

Orrore a Collepasso, nel leccese. Vittorio Leo ha confessato di aver cosparso di alcol il padre Antonio. Inutili per la vittima i soccorsi

Un uomo di 89 anni, Antonio Leo, è stato trovato morto carbonizzato in casa sua a Collepasso, in provincia di Lecce. A chiamare i soccorsi è stato il figlio 48enne Vittorio, ma per l’uomo non c’è stato niente da fare ed è morto per le gravi ustioni riportate.

Alla fine, al termine di un lungo interrogatorio, è stato lo stesso Vittorio Leo, titolare di una agenzia immobiliare, a confessare di essere stato proprio lui ad uccidere il padre, cospargendolo di alcol, al culmine di un litigio.

Al magistrato, Vittorio Leo ha riferito che la lite è avvenuta in cucina, vicino ad alcuni fornelli in quel momento accesi. Il 48enne avrebbe spruzzato dell’alcol contro il padre, poi la fiammata da uno dei fornelli. L’anziano a quel punto sarebbe corso in bagno, dove poi è morto con ustioni di secondo e terzo grado su gran parte del corpo.  

In un primo momento, Vittorio Leo aveva spiegato agli inquirenti di aver trovato il padre riverso sul pavimento del bagno, ormai privo di vita. Ma fin dai primi istanti, i sopralluoghi condotti dagli investigatori avevano sollevato più di qualche dubbio. Difficile pensare a un gesto autoinflitto o a un incidente, non essendoci nelle vicinanze infatti bottiglie con liquido infiammabile o altri elementi che lo facessero sospettare. Invece residui di un contenitore di plastica per l’alcol sono stati trovati al piano interrato dell’abitazione.

Collepasso, bruciato vivo nel bagno di casa: confessa il figlio

L’omicidio è avvenuto in una villetta bifamiliare a circa 200 metri dalla locale caserma dei carabinieri. Padre e figlio vivevano nello stesso stabile ma in appartamenti diversi.

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Sul posto sono intervenuti i militari del Nucleo operativo radiomobile di Casarano e del Nucleo investigativo di Lecce, con la Sezione investigazioni scientifiche e il medico legale Alberto Tortorella per i rilievi sul luogo del delitto. Vittorio Leo è stato condotto in caserma e ascoltato alla presenza del pubblico ministero Luigi Mastroniani. Poco prima dell’alba, il trasferimento nel penitenziario di Borgo San Nicola, a Lecce.

Condotto in caserma, l’uomo alla fine ha ammesso le proprie responsabilità raccontando come si sarebbero svolti i fatti. La salma del padre, un insegnante in pensione, è stata trasferita presso la camera mortuaria dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, per l’esame autoptico.

I carabinieri sul posto: il video di LeccePrima

Tensioni in famiglia

Riferiscono alcuni agenti immobiliari della zona, come riporta LeccePrima, che fino a pochi anni fa Vittorio Leo era “piuttosto forte sul mercato” ma anche al successo professionale si era affiancata nel tempo anche una situazione familiare non idilliaca, della quale l’uomo non faceva mistero.

Leo infatti tendeva a postare su Facebook atti dei procedimenti giudiziari intentati contro la sorella, medico psichiatra, residente fuori provincia da tempo, messaggi vocali allegati agli atti e personali considerazioni sulle varie vicende. L’ultimo post, condiviso anche sul profilo pubblico della sua stessa agenzia, risale al 19 maggio. “Cercava, forse, in questo modo, di attirare a sé l’opinione pubblica in un caso in cui – stando alle sue stesse affermazioni – vi sarebbero state ‘liti sulla gestione dell’anziano padre’ e ‘divisioni patrimoniali che non accettava (la sorella, ndr)’”, conclude LeccePrima.

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