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Sabato, 20 Aprile 2024
Città Brindisi

Carabinieri soccorrono una ragazza con tagli sul braccio: "Partecipavo al Blue Whale"

Torna l'incubo per il "gioco" autolesionistico che può spingere al suicidio

Un caso di Blue Whale risolto prima che arrivasse a conseguenze estreme grazie all'intervento dei carabinieri. Protagonista una 20enne della provincia di Gorizia, salvata grazie alla segnalazione arrivata ai militari di Latiano, nel brindisino. A renderlo noto è il comando provinciale dei carabinieri. 

Tutto è accaduto qualche giorno fa, quando in caserma a Latiano è arrivata la notizia della presenza in strada di una giovane con ferite alle braccia. I carabinieri hanno identificato così la 20enne, seduta sul marciapiede con tagli al braccio sinistro e in stato confusionale e hanno chiamato i soccorsi. Dalle indagini si è scoperto che la giovane aveva conosciuto tramite i social uno di Latiano, più grande di lei, e aveva accettato il suo invito a trascorrere un periodo di tempo nel brindisino, ospitata in un bed and breakfast.

Blue Whale, effetto contagio: i consigli della Polizia postale per genitori e ragazzi 

In un primo momento, la ragazza ha raccontato ai carabinieri di aver perso il controllo ed essersi autoferita dopo aver perso il treno per rientrare in Friuli. Poi la confessione: ha ammesso che da qualche giorno stava partecipando al famigerato "Blue Whale" - pratiche di autolesionismo che, complice la rete, possono arrivare fino al suicidio - spiegandone le regole, tra cui la numero 3: autoinfliggersi dei tagli su un braccio e pubblicare le foto su Facebook. La ragazza però non è riuscita a postare la foto sui social, così l'ha mandata su WhatsApp a un'amica definita “compagna di vita”. Attualmente la ragazza è ripartita, ha raggiunto i genitori in Friuli Venezia Giulia, con i quali sta ricostruendo un rapporto fiduciario. 

Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno denunciato in stato di libertà un 24enne del luogo per favoreggiamento personale nei confronti di soggetti da identificare responsabili di “istigazione al suicidio”. Il 24enne conosce la ragazza da tempo, l’ha ospitata, ed è al corrente delle regole del “gioco”. Interrogato, il giovane aveva però taciuto su alcuni importanti particolari sulla vicenda. Dal suo racconto sono emerse alcune incongruenze, dicono i carabinieri: pur essendo stato l’ultima persona a stare in camera con la ragazza, il 24enne non ha rivelato che la giovane si era autoinflitta i tagli alle braccia.

Blue Whale, che cos'è

La sfida della balena blu è un 'gioco' venuto alla ribalta nel 2016 e balzato alle cronache per l’allarme sociale che suscita, poiché rappresenta uno degli aspetti fuorvianti dell’utilizzo dei social network.

Il suo funzionamento è semplice ed è facile rimanere invischiati. E’ una sorta di tela ordita nei confronti del malcapitato o della malcapitata di turno. Un soggetto, denominato curatore, attraverso i social prospetta ai partecipanti, per lo più giovani, una serie di prove, la condizione per partecipare è tenere all’oscuro di tutto i genitori. Le prove consistono nell’adempiere a 50 precetti di natura autolesionistica, uno al giorno, sempre più articolati in un crescendo fino al suicidio che rappresenta l’ultima regola la 50esima.

Al cosiddetto ‘curatore o tutor’ devono essere giornalmente fornite le prove che confermano l’esecuzione delle regole e che consistono in video, foto e testimonianze. Questo soggetto ha il compito di seguire costantemente l’attività delle vittime con l’assegnazione di compiti quotidiani sino al cinquantesimo, la cui prova consiste nel lanciarsi da un palazzo, filmandosi. Questo ‘gioco’ pare abbia avuto presa tra i giovani e ne avrebbe portato al suicidio alcuni, anche se vi sono dubbi sulle prove riguardanti il numero dei decessi. Il nome che gli è stato attribuito ‘sfida della balena blu’ è evocativo delle balene spiaggiate che vanno incontro alla morte. Essi sono gli unici animali che si suicidano senza una ragione. Molti giovani si sono approcciati al gioco per mera curiosità rimanendo poi coinvolti.

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