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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Bologna, vermi velenosi in un giardino: è il primo caso in Europa

E' allarme per il primo avvistamento europeo di questa specie denominata "planarie": sono vermi dal corpo allungato e piatto che possano nascere anche dai vari frammenti. Ecco cosa sono e come comportarsi

BOLOGNA - Si chiamano Diversibipalium multilineatum e sono stati trovati in un giardino privato. Secondo gli esperti, questi vermi sembrano essere geneticamente identici ad altri individui trovati in Francia a Léguevin. 

PRIMO CASO EUROPEO - Lo studio “First report of the land planarian Diversibipalium multilineatum (Makino & Shirasawa, 1983) (Platyhelminthes, Tricladida, Continenticola) in Europe”, pubblicato su Zootaxa da un team internazionale di ricercatori documenta proprio la prima popolazione di planarie terrestri "aliene", ossia non native, scoperta in Italia. La specie trovata a Bologna si chiama Diversibipalium multilineatum e l’articolo la segnala per la prima volta in Europa.

COSA SONO - Si tratta di "planarie", vermi dal corpo allungato e piatto, con due o più occhi. I ricercatori italiani spiegano che "La biologia di questa planaria, originaria del Giappone ma introdotta anche in Corea del Sud, è quasi del tutto sconosciuta, anche se probabilmente è simile a quella di Bipalium kewense, una specie introdotta in varie parti del mondo e intercettata sporadicamente anche in Italia". 

VERMI "LETALI" - Questi vermi piatti, in seguito a danneggiamento del corpo o alla necessità di riprodursi in via asessuale, possono rigenerare parte del loro corpo, cosicché individui completi possano nascere anche dai vari frammenti. Di fatto, alcune specie sono anche in grado di riprodursi sessualmente e di deporre uova. Sono proprio le uova e il corpo degli adulti delle specie Bipalium kewense e B. adventitium a contenere tetrodotossina (TTX), sostanza letale presente anche nei pesci palla". 

TETRODOTOSSINA - E' un veleno presente soprattutto nel fegato, nelle gonadi, negli intestini e nella pelle. Blocca la trasmissione nervosa nei muscoli scheletrici. Dal momento che spesso questi animali sono osservati in giardini privati o comunque in ambienti fortemente antropizzati, qualora venissero rilevati, si raccomanda di contattare Mattia Menchetti (mattiamen@gmail.com), uno dei ricercatori coinvolti in questo studio. (Agenzia Dire)

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